Donna attaccata e sbranata in testa da tre pit bull: le foto terribili

Donna attaccata e sbranata in testa da tre pit bull: le foto terribili

Una madre di sei figli racconta il brutale attacco subito da tre pit bull, la donna condivide il suo calvario e l’importanza della sicurezza.

Trudy Lee, madre di sei figli, ha vissuto un’esperienza traumatica che l’ha segnata profondamente. Domenica scorsa, a Manurewa, mentre portava a spasso il suo cane, è stata attaccata da tre pit bull randagi. L’attacco, avvenuto in pieno giorno, ha provocato gravi ferite alla donna, inclusa l’esposizione del cranio a causa di un morso violento. Il racconto di Trudy Lee rivela la brutalità dell’accaduto e sottolinea i rischi legati ai cani randagi nella zona.

La madre ha descritto il momento in cui i cani si sono avventati su di lei: “Non mi ero resa conto che stessero venendo per me.” Nonostante il suo cane sia riuscito a scappare, Trudy è stata trascinata a terra, con uno dei cani che le ha morso la testa mentre gli altri attaccavano braccia e gambe. La comunità è intervenuta rapidamente, ma non prima che la donna subisse ferite gravissime.

La necessità di interventi contro i cani randagi

L’attacco ha evidenziato la crescente preoccupazione per i cani randagi a South Auckland, specialmente in aree densamente popolate come Manurewa. Le autorità locali hanno confermato che i tre pit bull sono stati catturati e abbattuti, ma il problema persiste. Solo nel 2023, ci sono state quasi 15.000 denunce di morsi di cane in Nuova Zelanda, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente.

Daniel Newman, consigliere dell’area di Manurewa-Papakura, ha sottolineato la necessità di politiche più rigide: “L’unica soluzione duratura è un programma di sterilizzazione esteso, accompagnato da un controllo rigoroso dei cani ferali.Oltre agli interventi immediati, la comunità chiede maggiore consapevolezza e risorse per prevenire futuri attacchi.

Un lungo percorso di recupero per la donna

Trudy Lee è attualmente in ospedale e sta affrontando un lungo recupero. Dopo una complessa operazione per riparare il cranio e innesti cutanei su diverse ferite, la donna rimane positiva ma realista: “Non penso che riuscirò più a camminare per strada da sola.” Nonostante il dolore fisico e psicologico, Trudy spera che la sua storia possa spingere le autorità a proteggere meglio i cittadini da simili tragedie.

L’episodio è un richiamo urgente all’importanza di garantire la sicurezza pubblica e il benessere delle comunità locali.

Qui le foto dell’orrore e delle ferite subite dalla donna.

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