Donna picchiata ogni giorno: “Vivevo con il mio assassino”
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Donna picchiata ogni giorno: “Vivevo con il mio assassino”

mano che tiene un peluche

In aula la drammatica testimonianza di una donna marocchina: anni di violenze domestiche, minacce, un matrimonio imposto e un aborto.

Una donna, era appena rientrata a Brescia da Torino, dove aveva conosciuto l’uomo che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Un connazionale, privo di permesso di soggiorno, che la raggiunge e la minaccia. “O mi sposi, o ti ammazzo. Non avevo alternative”, ha raccontato la donna, originaria del Marocco, residente in Italia dal 2008. In tribunale, dove testimonia assistita da un’interprete, ripercorre il dramma di un matrimonio mai voluto. “Mio fratello era informato di tutto. Nessuno mi ha aiutata”.

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Un matrimonio imposto, nessuna via di fuga

Il racconto prosegue con dettagli che delineano anni di soprusi. “In realtà mi picchiava dal 2009, quando ci siamo sposati”, ha spiegato. La coppia ha vissuto in più abitazioni, tra cui uno scantinato. “Il contratto di affitto era pagato a me. Mio marito, a volte, pagava le spese. Non so quali soldi usava, visto che non lavorava. Usciva solo di notte, credo per rubare e spacciare”.

Il giudice la interrompe più volte, chiedendole di rispondere alle domande, ma lei è travolta dai ricordi. “Quasi tutti i giorni venivo picchiata. Una volta, mio marito ha anche usato un coltello. Mi minacciava, mi tirava i capelli, mi prendeva a schiaffi”.

Schiaffi quotidiani e l’aborto: “Il figlio non è mai nato”

La violenza non ha mai avuto una tregua, nemmeno quando lei è rimasta incinta. Era il 2017. “Anche in quel periodo mi picchiava. Per una settimana, lo ha fatto tutti i giorni”. Poi l’episodio più drammatico. “Una volta ho avuto un’emorragia e sono corsa in strada. Mi ha buttata a terra e continuava a picchiarmi. I vicini hanno chiamato l’ambulanza”. Il bambino non ce l’ha fatta.

Quando le viene chiesto il motivo di tanta brutalità, la risposta è netta: “Lui è sempre stato così. E, prima di sposarmi, era in difficoltà con i documenti. Non ho potuto dire di no al matrimonio. Lui, diventando mio marito, è stato facilitato con le procedure per la permanenza in Italia. Era quello che voleva”.

“Come vivere con il mio assassino”, ha dichiarato in aula. Dopo anni di silenzio, oggi la donna ha trovato il coraggio di raccontare. L’uomo è ora a processo per maltrattamenti, ma per lei, il dolore non si è mai fermato. Come riportato da today.it

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ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2025 13:18

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