Scomparsa una donna, è giallo sul marito: “Voleva un periodo di riflessione”

Scomparsa una donna, è giallo sul marito: “Voleva un periodo di riflessione”

La scomparsa di una donna in Sardegna porta all’arresto del marito: accusato di omicidio e occultamento di cadavere.

Il fermo dell’uomo di 43 anni, sospettato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere per la scomparsa della moglie di 42 anni avvenuta in Sardegna, è stato convalidato.

Come riportato dall’Ansa, l’uomo insieme ai sui difensori ha partecipato in videoconferenza all’interrogatorio di convalida, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Scomparsa una donna in Sardegna: la replica dei legali del marito

Abbiamo preso visione degli atti – ha dichiarato uno dei legali dell’uomo – e abbiamo richiesto l’applicazione di una misura meno gravosa come gli arresti domiciliari“.

L’avvocato, inoltre, ha affermato che nelle prossime ore valuteranno la possibilità di un nuovo interrogatorio. L’obiettivo è cercare di: “Chiarire le discrepanze che ad oggi non tornano“.

L’uomo, confermando quanto dichiarato in precedenza ai carabinieri, ha ribadito la sua innocenza. Attribuendo la scomparsa della moglie a un allontanamento volontario: “Voleva un periodo di riflessione“.

L’accusato, di professione autotrasportatore, ha spiegato ai carabinieri che non ha denunciato la scomparsa della moglie perché riteneva sufficiente la denuncia già presentata dal fratello della donna.

Convocato in caserma, ha fornito la sua versione dei fatti, ma le sue parole non hanno convinto gli investigatori della Compagnia di Iglesias.

Sono quindi iniziate le ricerche, ma della donna non è stata trovata alcuna traccia, nemmeno del suo telefono cellulare.

Le indagini degli investigatori

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe utilizzato il telefono della moglie per mantenere l’apparenza che la donna fosse ancora viva.

Dunque, scambiando messaggi con amici e parenti e negando loro la possibilità di parlarsi direttamente.

Avrebbe anche inviato una mail al datore di lavoro della donna, simulando una comunicazione in cui la moglie annunciava il licenziamento.

Le indagini hanno portato alla raccolta di gravi indizi di colpevolezza contro l’uomo, nonostante il corpo della vittima non sia ancora stato ritrovato.