Drammatici i racconti della donna violentata alla stazione centrale di Milano

Drammatici i racconti della donna violentata alla stazione centrale di Milano

La donna è stata bloccata in stazione da un uomo straniero che ha abusato di lei all’interno di un ascensore.

La violenza è avvenuta all’alba di ieri, giovedì 27 aprile, nella stazione centrale di Milano. La donna sarebbe stata aggredita e poi violentata in un ascensore, prima che riuscisse a dirigersi verso il binario per prendere il treno.

stazione ferrovia milano centrale

La violenza

Sarebbe dovuta partire per Parigi, ma sorpresa dall’aggressore nello scalo ferroviario meneghino intorno alle 3 del mattino, la donna è stata bloccata e stuprata. Secondo le prime informazioni della procura, l’autore della violenza sarebbe un uomo di 26 anni di origine marocchina e senza fissa dimora.

L’incontro con il suo aguzzino nei pressi della stazione

La giovane donna incontra il suo violentatore nei giardini di piazza Luigi di Savoia, di fronte alla stazione centrale di Milano. Si tratta di un uomo di nazionalità marocchina con il quale scambia poche parole. A quel punto Fadil M., questo il nome dell’uomo marocchino di 26 anni poi arrestato, afferra la mano della donna e la trascina nei giardinetti dove avviene lo stupro.

La donna perde i sensi, ma non fa tempo a riprendersi che l’uomo tenta una seconda violenza alla quale la ragazza riesce a sfuggire, sempre nei giardini di piazza Luigi di Savoia.

Altro tentativo di violenza dentro la stazione

Poco dopo le 5 del mattino, le telecamere mostrano l’uomo che trascina la povera ragazza verso l’ascensore della stazione centrale di Milano.

Qui, come raccontato dalla povera vittima alla polizia, Fadil M. tenta un’altra violenza sessuale, la 36enne trova le forze per difendersi. Questa opposizione fa imbestialire il ragazzo, che a questo punto colpisce con ferocia la donna con calci, schiaffi e pugni fino a farla stramazzare al suolo.

La donna riesce ad attirare l’attenzione di una persona che interviene in sua difesa.

Finisce così l’incubo durato più di tre ore.

Argomenti