Donne e industria cinematografica: i dati
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Direttore: Alessandro Plateroti

Donne e industria cinematografica: i dati

Miriam Leone con i capelli rossi

Nel cinema italiano le donne conquistano ruoli apicali, ma rappresentano solo il 21% delle registe e il 13% delle direttrici della fotografia.

In occasione della Mostra del Cinema di Venezia, la Direzione Generale Cinema e audiovisivo (DGCA) del Ministero della Cultura ha presentato un aggiornamento dello studio, realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sulla differenza di genere nell’industria cinematografica italiana

Il lavoro ha analizzato la presenza femminile nei principali ruoli, creativi e tecnici, del cinema, esaminando 2.295 film prodotti tra il 2017 e il 2024.

Crescita della delle donne nei ruoli apicali

I risultati evidenziano una crescita costante della delle donne nei ruoli apicali, tipicamente a prevalenza maschile, e una contemporanea riduzione nei ruoli tradizionalmente associati alle donne.

Un buon segnale, considerato che, per molti anni, le donne che lavoravano nell’industria cinematografia erano quasi solo attrici e segretarie di produzione. 

In particolare, scendono le percentuali delle costumiste, delle truccatrici e delle scenografe che, comunque, rispettivamente con il 78%, il 69% e l’57%, fanno ancora la parte del leone in ruoli percepiti come femminili. In questo caso la decrescita può essere letta senz’altro positivamente perché attesta che anche gli uomini sono più pronti a seguire le loro aspirazioni professionali senza farsi condizionare dagli stereotipi.

Crescono invece, seppur raggiungendo percentuali ancora basse, le sceneggiatrici che rappresentano il 26% del totale, le registe (21%), le direttrici della fotografia (13%), le autrici delle musiche (10%) e tecniche del suono (8%). Stabili invece al 24% del totale le produttrici, cui sarà dedicata una specifica analisi di prossima pubblicazione. 

Lo studio sulle registe

Lo studio si è concentrato sulle registe, certificando che i film che vedono le donne dietro la macchina ricevono sempre più candidature e vincono più premi nei Festival oltre a circolare di più nelle sale. Basti pensare allo straordinario successo di Paola Cortellesi con “Ancora domani”, peraltro proprio incentrato sulla sopraffazione maschile all’interno della famiglia e sul riscatto della donna nell’indirizzare la figlia a un futuro diverso.

Paola Cortellesi
Paola Cortellesi

Restano invariate invece la tendenza (non certo volontarie) delle donne di lavorare soprattutto in produzioni a costo basso e la scelta del mezzo documentaristico.

A conclusione della presentazione Mariagrazia Fanchi, Direttrice dell’Alta scuola per la comunicazione (Almed) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha dichiarato che “serviranno ancora almeno 20 anni per raggiungere l’equità di genere alla regia e oltre 50 per avere un eguale numero di direttrici e di direttori della fotografia nelle produzioni cinematografiche italiane“.

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ultimo aggiornamento: 2 Dicembre 2025 22:15

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