Doping, la difesa di Iannone e l'arma dell'accusa: le foto social
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Doping, l’accusa mostra le foto social di Iannone: cura maniacale del fisico

Andrea Iannone e il caso di doping: la difesa mostra i risultati dei test sui capelli dell’atleta, l’accusa mostra le foto social del pilota per mostrare la cura maniacale del suo corpo.

Entra nel vivo il processo ad Andrea Iannone, che rischia una squalifica per doping. Doping estetico per la precisione secondo l’accusa che ha fondato la sua tesi mostrando una serie di foto del pilota. Si tratta di scatti caricati sui suoi profili social che testimonierebbero la cura maniacale per il suo aspetto fisico. E per questo motivo potrebbe aver fatto ricorso a un aiutino per migliorarsi a livello muscolare.

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Doping, la difesa di Andrea Iannone. Presentati risultati del test del capello

La difesa di Iannone sembra decisamente più rigorosa rispetto alla tesi dell’accusa. Almeno per quanto riguarda il materiale presentato. Il pilota ha infatti messo sul tavolo a sua difesa una ciocca di capelli accompagnata da una sofisticata analisi. Sull’altro piatto della bilancia, quello dell’accusa, ci sono alcune foto dell’abruzzese. Gli scatti servirebbero a dimostrare che negli ultimi mesi il fisico del pilota è mutato o comunque si è modificato. Il tutto ovviamente partendo dal presupposto che nessuna delle foto sia stata ritoccata graficamente. Insomma, l’impianto accusatorio sembra debole, almeno per quanto riguarda il materiale presentato.

Andrea Iannone
Fonte foto: https://www.facebook.com/andreaiannone29

L’accusa mostra alcune foto social del pilota

Il problema per Iannone è l’accusa parte avvantaggiata perché ha i risultati del test antidoping. E quelli hanno dato esito positivo. Resta da capire se Iannone abbia volontariamente fatto uso di sostanze dopanti o se possa essere rimasto vittima ad esempio di una contaminazione alimentare, ipotesi emersa anche nelle scorse settimane. E la differenza, anche per quanto riguarda i tempi e i modi della squalifica, è fondamentale. Ballano due anni. In caso di doping doloso si andrebbe verso i quattro anni di squalifica, in caso di non intenzionalità si potrebbe scendere a due.

La difesa del pilota gira intorno al test fatto sui capelli del pilota. Si tratta di un test significativo ma debole dal punto di vista legale in quanto non ha valore. Si tratta però di una pratica riconosciuta come valida a livello scientifico che serve sostanzialmente a dimostrare la buona condotta etica del ragazzo.

L’accusa per avvalorare la sua tesi ha presentato alcune foto che il pilota ha caricato sui propri profili social, questo per dimostrare la cura per il corpo e alcuni evidenti cambiamenti dal punto di vista fisico e muscolare. Cambiamenti che suggerirebbero l’assunzione di sostanze dopanti.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 15:32

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