Il valore di questa criptovaluta sale continuamente, ma è possibile pagare in bitcoin nella vita di tutti i giorni?
Con l’impressionante crescita del denaro digitale degli ultimi mesi e le previsioni per il nuovo anno, l’interesse intorno ai bitcoin e alle altre criptovalute diventa sempre più elevato. E anche se ormai moltissimi pensano al bitcoin come un bene “da risparmiare”, o una commodity, come si dice in gergo finanziario, non dimentichiamoci che i bitcoin sono nati come moneta di scambio “libera”. Per questo motivo è più che lecito chiedersi se è possibile pagare in bitcoin anche nel mondo fisico, in negozi, bar ed esercizi commerciali.
Pagare in bitcoin è possibile
In Italia la pratica non è ancora così diffusa, ma iniziano a esistere realtà, anche commerciali, che si sono attrezzate per accettare i pagamenti in criptovaluta. Purtroppo, scovarle non è semplice: bitcoin e le altre monete digitali, proprio per la loro natura decentrata, non dispongono di un elenco “ufficiale”, pertanto bisogna affidarsi a quello che la Rete propone. Nello specifico, il sito Coinmap.org tenta di raccogliere e censire le attività e gli esercizi commerciali che, in tutto il mondo, accettano pagamenti in bitcoin. Attraverso una comoda mappa, è possibile cercare le attività per nazione, area e tipologia commerciale, oltre a “navigare” liberamente. Proprio grazie alla vista dell’Italia possiamo vedere come nello Stivale ci sia già un discreto numero di realtà che accettano i bitcoin come pagamento (più che in Francia e in Spagna, per esempio). La mappa probabilmente non è così completa, dal momento che devono essere le attività commerciali a iscriversi, ma al momento è la migliore disponibile.
Come si paga in bitcoin?
Come per ogni tipo di denaro, il primo passaggio per pagare in bitcoin è… avere dei bitcoin da spendere e quindi comprare bitcoin! Ma di solito chi si pone il problema di utilizzarli ne ha già a disposizione. Poi, serve un wallet, cioè un portafoglio, in grado di inviare pagamenti agli altri conti.
Tipicamente, anche per una questione di “galateo”, è preferibile avvisare prima l’attività della nostra intenzione di pagare in bitcoin, dal momento che non si tratta ancora di un pagamento estremamente diffuso. Poi, in modo analogo a quello che potrebbe avvenire con un bonifico, si stabilisce la quantità di denaro da spostare e si inseriscono i dati del wallet del destinatario (che in qualche modo è analogo al numero di conto corrente).
Teniamo conto che praticamente tutti i tipi di wallet, anche quelli online, dispongono di una App mobile, il che ovviamente rende molto più semplici le cose. Nella maggior parte dei casi, invece di trascrivere un complicato numero di conto, per concludere la transazione è sufficiente inquadrare un codice QR che ci fornisce il destinatario, confermare, e il pagamento è fatto. Niente di diverso da quello che avviene con le sempre più numerose App per il trasferimento di denaro insomma. Quindi, in definitiva, è sufficiente cercare un esercizio commerciale attraverso Coinmap e avere un portafoglio in bitcoin per i pagamenti. Entrambe attività che possiamo fare con il nostro smartphone, anche mentre ci stiamo spostando.
Pagare in bitcoin? Basta chiedere (o attrezzarsi con una carta)
Se siamo davvero appassionati di queste valute e abbiamo un discreto gruzzolo, non sottovalutiamo anche i metodi più analogici: se notiamo che un servizio commerciale sembra “smart” e dispone già di altri tipi di pagamento non convenzionale, domandiamo senza timore se accettano anche i bitcoin. Magari il titolare accetterà, anche solo per il gusto della sperimentazione. Inoltre, non dimentichiamoci che uno dei grandi vantaggi del denaro elettronico è l’istantaneità con cui avvengono le transazioni per cui, per esempio, ci possiamo attrezzare con una carta di credito collegata a un conto corrente di nuova generazione e “scaricare” su quest’ultimo il denaro che di volta in volta ci serve per pagare. Non è esattamente come pagare in bitcoin, e probabilmente costa qualche centesimo in più in termini di commissioni, ma è sempre un modo piuttosto efficace per trasferire i bitcoin dal mondo digitale a quello fisico. Alcuni tipi di servizi di scambio offrono anche carte di credito o debito collegate: facciamo attenzione però ai termini di servizio e soprattutto alle commissioni, che in alcuni casi in Italia potrebbero risultare onerose; in ogni caso si tratta di una buona soluzione: di fatto, pagheremo usando i bitcoin convertendoli istantaneamente in euro.
Cosa deve fare un’azienda per accettare pagamenti in bitcoin?
Per quanto riguarda l’aspetto normativo e fiscale è necessario rivolgersi al proprio commercialista, ma dal punto di vista tecnico è piuttosto semplice. Basta aprire un wallet, magari collegandolo a uno dei conti correnti aziendali, e fornire il numero di “conto” o il codice QR a chi ci vuole pagare. I sistemi definiti hardware ci danno un maggiore controllo, ma la gestione è interamente a carico nostro, mentre i servizi web, a fronte di un minimo costo di gestione, ci sollevano da ogni incombenza tecnica. Esistono sia soluzioni molto generiche, per esempio il celebre Coinbase o Bitstamp, oppure alcune più specifiche per le attività commerciali, come Bitpay, che mette a disposizione anche una carta collegata, in valuta tradizionale.
Pagare con i bitcoin prelevando al bancomat
In Italia, sfortunatamente, l’uso delle carte di credito è ancora poco diffuso, ma se abbiamo la fortuna di abitare in uno dei pochi centri che ne dispongono, possiamo usare anche gli ATM (o “i bancomat”, come si definiscono abitualmente) che permettono di fare prelievi a partire dai bitcoin. Possiamo trovare la mappa completa, già impostata sull’Italia, su Coinatmradar.com.
Grazie a questa mappa scopriamo che in Italia esistono 16 ATM che permettono di fare operazioni in bitcoin, nelle seguenti città:
- Alba (1)
- Bolzano (5)
- Brennero (1)
- Firenze (2)
- Milano (2)
- Roma (1)
- Rovereto (1)
- Torino (1)
- Trento (1)
- Udine (1)
Naturalmente, vista la natura pionieristica di queste iniziative, è sempre opportuno verificare la reale fattibilità delle operazioni prima di sfruttarle abitualmente. L’aspetto interessante è che anche in questo caso, dal momento che di fatto non “preleviamo” denaro ma “vendiamo” una parte dei nostri bitcoin, non servono particolari carte o sottoscrizioni per “prelevare” contante dai nostri bitcoin: basta avere il nostro smartphone e i riferimenti del nostro wallet.
Fonte foto copertina: pixabay.com/en/bitcoin-cryptocurrency-btc-currency-2868703/