Il colloquio di ieri a Palazzo Chigi non si è concluso con uno strappo ma con una lista i 9 punti.
Giuseppe Conte ha deciso di non strappare e l’uscita dei 5 stelle è congelata – e forse solo rimandata. Ma il leader del M5s ha consegnato una lista di 9 punti al premier Draghi. Le richieste sono contenute in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio esprimendo il “profondo disagio politico”. Probabilmente il l’Avvocato ha deciso di sfruttare questo stallo per ottenere il più possibile.
I 9 punti contenuti nella lettera riguardano temi fondamentali per il M5s: reddito di cittadinanza, salario minimo, decreto dignità, aiuti a famiglie e imprese, transizione ecologica, superbonus 110%, cashback fiscale, intervento riscossione, clausola legge di delegazione. Conte chiede a Draghi di portare avanti le battaglie del M5s per non trovarsi ad affrontare una crisi di governo, in sostanza.
La battaglia di Conte per non uscire dal governo
Sul salario minimo spiega che ci sono 4,5 milioni di lavoratori che hanno “buste paga da fame che ledono la loro stessa dignità, rende assolutamente urgente l’introduzione del c.d. salario minimo. È una misura molto diffusa anche in altri Paesi europei”. Per il M5s è una priorità e come dice Grillo, una battaglia di civiltà.
I toni usati da Conte sono abbastanza perentori per tutti e 9 i punti. Il leader dei 5 stelle chiede di porre fine a tutte le polemiche sul reddito di cittadinanza. “Soprattutto non siamo disponibili a considerare ulteriori restrizioni ancora più penalizzanti, preordinate a restringere la portata applicativa di questa riforma. Siamo invece disponibili a valutare soluzioni utili a migliorare il sistema delle politiche attive”.
Tra i 9 punti c’è anche l’opposizione al bonus di 200 euro. Mentre Conte propone uno “scostamento di bilancio” oltre a interventi “contro le speculazioni che in vari settori di attività si sono manifestate in questa fase emergenziale”. Inoltre è urgente “un taglio del cuneo fiscale”.