L’Europa a Kiev: “Vi vogliamo nell’Ue”

L’Europa a Kiev: “Vi vogliamo nell’Ue”

I tre leader hanno garantito il loro supporto all’Ucraina per l’adesione all’Unione europea.

A spingere di più per l’adesione è il premier italiano Mario Draghi e convince anche il presidente francese Macron che si era trattenuto su una linea più morbida a riguardo. Ma non sono stati solo a Kiev. I tre leader europei Draghi, Macron e Scholz si sono recati anche a Irpin, luogo in cui i russi hanno commesso atroci brutalità.

“Sono state commesse brutalità, violenze insensate contro la vita umana, nessuno dovrà dimenticare” ha detto il cancelliere tedesco. Segue convinto Macron dicendo che “qui sono stati commessi dei veri crimini di guerra“. A venti minuti da Kiev, Irpin è completamente distrutta ridotta in macerie. Dolore, sì quello che prova Draghi ma anche speranza e pone l’accento sulla ricostruzione: “Ricostruiremo tutto” rassicura il premier.

Emmanuel Macron

La svolta di Macron: Draghi convince Berlino e Parigi

Dopo la linea di “non umiliare Putin” Macron sembra convertirsi al pensiero di Draghi e garantisce il pieno appoggio della Francia all’Ucraina “senza ambiguità” come sottolinea. Poi elogia l’esercito ucraino e la resistenza che ha impedito che i russi scendessero su Kiev. “Bisogna salutare l’eroismo dell’esercito ma anche della popolazione ed è una città che porta le tracce, le stimmate della barbarie” ha dichiarato il presidente francese.

Il più soddisfatto è Draghi per la svolta di Macron e Scholz e dichiara la volontà di unire Kiev a Roma, Berlino e Parigi. “Gli ucraini difendono i nostri stessi valori di libertà, quelli in cui crede la Ue, per questo sosterremo la sua candidatura al prossimo consiglio europeo.” Si uniscono anche Macron e Scholz quindi la prossima settimana potrebbe arrivare una sorpresa positiva per Zelensky da Bruxelles.

Il presidente ucraino spera nell’unità di tutti, ma i tre leader dei paesi membri più importanti hanno dichiarato il loro parere positivo. Fondamentale è stata l’operazione di Draghi su Macron che poi si è portato dietro il cancelliere tedesco. Parigi e Berlino si sono lasciate indietro lo scetticismo che li frenava verso un passo più decisivo che Roma aveva già avuto il coraggio di compiere.

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