Aspi presenta ‘l’ultima offerta al governo’ (che chiede uno sforzo in più). In caso di accordo con Autostrade i 5 Stelle rischiano il tracollo.
Il governo sta vivendo ore di fuoco, con il dossier Autostrade tra le mani. Aspi ha inviato l’ultima offerta, quella che secondo i vertici della società non può essere rifiutata perché troppo vantaggiosa per lo Stato. Come richiesto pubblicamente dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
L’ultima offerta di Autostrade al governo
Stando alle indiscrezioni emerse ci sono due fattori importanti nell’offerta avanzata da Autostrade: soldi, tanti soldi, e un significativo passo indietro della famiglia Benetton che – con Atlantia – andrebbe in minoranza in Autostrade scendendo sotto la soglia del 50% delle azioni. Non avrebbe più l’ultima parola ma una parola continuerebbe ad averla.
E soprattutto dal punto di vista pratico continuerebbero a gestire (ma in minoranza) le autostrade e le infrastrutture italiane. E continuerebbero a guadagnare da questa gestione.
Il Movimento 5 Stelle rischia il tracollo
Per il Movimento 5 Stelle non si tratta dello scenario migliore. Si può provare ad indorare la pillola, ma se passasse questo accordo per i pentastellati si tratterebbe di un passo indietro rispetto alla dichiarazione di guerra e di intenti fatta dopo la tragedia del Ponte Morandi. Per settimane, mesi e anni il MoVimento aveva assicurato che i Benetton avrebbero lasciato il proprio posto. Ora la questione diventa una. Accettare il compromesso o rifiutarlo?
Con ogni probabilità, nel caso in cui si procedesse con un accordo tra Aspi e il governo, i pentastellati pagherebbero lo scotto nei sondaggi (e quindi alle urne) e rischierebbero una scissione interna, con nuovi parlamentari che potrebbero abbandonare la nave assestando un duro colpo alla maggioranza parlamentare.
Senza accordo con Aspi il governo rischia di paralizzare i cantieri
Probabilmente se al governo ci fossero solo i pentastellati la decisione sarebbe semplice. Verrebbe rifiutata ogni proposta proveniente dalla sfera dei Benetton. In questo caso invece il governo è giallorosso e il Pd guarda di buon occhio alla revisione degli accordi, e non alla revoca. E anche Italia Viva di Renzi aveva fatto sapere di non apprezzare l’idea dell rottura con Aspi e la conseguente ed inevitabile battaglia legale che paralizzarebbe il rilancio delle infrastrutture.
L’ultima parola sarà espressa nel Consiglio dei Ministri in programma per il prossimo martedì, ma la sensazione è che alla fine la squadra di governo si troverà a fare una scelta: salvare Autostrade o il Movimento 5 Stelle, che si è esposto troppo in questi anni per poter accettare un compromesso senza pagarne lo scotto dal punto di vista elettorale.