Cosimo Calò ha confessato l’omicidio del fratello e la cognata, ma il piano era uccidere anche l’altro fratello.
L’83enne Cosimo Calò ha confessato ai carabinieri l’omicidio del fratello e della cognata nella loro casa di Serranova, frazione di Carovigno (Brindisi). Ma il suo obiettivo era radere al suolo tutti i congiutni: anche l’altro fratello, Carmelo, era nel suo mirino, lo stesso che la mattina del 1° marzo ha fatto la macabra scoperta.
Si chiamavano Antonio Calò (64 anni) e Caterina Martucci (70 anni) le due vittime che sono state uccise a Serranova, frazione di Carovigno, con un colpo di fucile. Quella mattina l’uomo si sarebbe dovuto incontrare al bar con suo fratello Carmelo, ma non avendo sue notizie era andato a trovarlo a casa, facendo la macabra scoperta.
Anche Carmelo doveva morire
Fermato dai carabinieri, Cosimo Calò si è recato alla caserma di San Vito dei Normanni, con il figlio Vincenzo. Qui ha confessato il delitto per questioni sull’eredità: al centro delle discussioni c’era un appezzamento di terra del valore di circa 100mila euro, che era stata lasciata da un fratello morto due anni fa.
Ma dalle confessioni di Cosimo emerge un dettaglio importate: le vittime sarebbero dovute essere tre, non due. L’obiettivo era uccidere anche l’altro fratello, Carmelo Calò, ritenuto “causa di tutti i suoi mali”.
Le ricostruzioni
Cosimo, la sera del 28 febbraio, si era recato nel casolare di Antonio e Caterina uccidendoli a fucilate: lui all’ingresso e lei in camera da letto. Alle 4.22 dell’1 marzo poi si reca a casa dell’altro suo fratello, il 76enne Carmelo, per uccidere anche lui. Ma non trovandolo, torna a casa dopo circa un’ora.
Calò adesso è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame di parentela con una delle vittime