Sul palcoscenico della Roma, il tango tra Dybala e il Chelsea diventa un thriller estivo: il nodo da sciogliere vale 12 milioni di euro.
La questione ruota intorno a Paulo Dybala, attaccante argentino della Roma, e a una clausola del suo contratto che ha destato l’interesse del Chelsea, il club inglese guidato dal tecnico Mauricio Pochettino. L’allenatore argentino ha sempre espresso la sua ammirazione per il compatriota e vede in lui una pedina fondamentale per la sua squadra.
Il contratto di Dybala prevede una clausola rescissoria di 12 milioni di euro, un prezzo accessibile per club come il Chelsea, valido solo per squadre estere e da esercitare entro il 31 luglio. Tuttavia, l’argentino ha dimostrato il desiderio di restare a Roma, nonostante l’interesse da parte di club inglesi come Manchester United e Tottenham.
Anche Thiago Silva intervistato da Sky durante il Gran Premio di F1 di Silverstone ammicca all’argentino avendogli chiesto se andava al Chelsea con lui, senza ricevere risposta sorridendo.
Pochettino lo vuole ad ogni costo
La stagione appena conclusa ha messo in evidenza le abilità di Dybala e il suo valore per la Roma. Di fronte alla possibilità di perdere una tale risorsa per una cifra relativamente bassa, gli agenti di Dybala e il direttore sportivo della Roma, Tiago Pinto, stanno programmando un incontro per risolvere la situazione.
La trattativa non sarà facile: da un lato, Dybala potrebbe sfruttare questa occasione per richiedere un aumento del suo attuale stipendio di 4,2 milioni di euro all’anno a un importo più vicino a 6 milioni; dall’altro, la Roma vorrebbe eliminare completamente la clausola rescissoria per evitare di perdere il suo giocatore di punta a un prezzo sottostimato.
La volontà di Dybala di restare a Roma ha tenuto lontani i club più facoltosi, ma se l’offerta del Chelsea dovesse essere significativamente superiore, il futuro dell’argentino potrebbe essere messo in discussione. Le prossime settimane saranno cruciali per definire il futuro del giocatore e la formazione della Roma.
