"E' colpo di Stato": l'opposizione tuona sul terzo mandato di Maduro
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Direttore: Alessandro Plateroti

“E’ colpo di Stato”: l’opposizione tuona sul terzo mandato di Maduro

Maduro Venezuela

Nicolás Maduro ha giurato per un terzo mandato presidenziale tra accuse di illegittimità e tensioni politiche.

Il Venezuela è nuovamente al centro dell’attenzione mondiale con l’insediamento di Nicolás Maduro per il suo terzo mandato presidenziale. La cerimonia, svoltasi a Caracas, è stata accompagnata da un discorso in cui il leader chavista ha esaltato la continuità della rivoluzione bolivariana, suscitando però dure critiche sia dall’opposizione che dalla comunità internazionale.

Nicolas Maduro
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Il giuramento e le promesse di Maduro

Maduro ha prestato giuramento davanti a Jorge Rodriguez, presidente dell’Assemblea Nazionale, dichiarando di voler rispettare gli obblighi costituzionali: “Farò rispettare tutti gli obblighi della Costituzione e prometto che questo nuovo mandato presidenziale sarà di pace, prosperità e nuova democrazia”.

Il presidente ha ricordato Hugo Chávez, fondatore della rivoluzione bolivariana, giurando su una copia originale della Costituzione firmata dal suo predecessore: “Il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l’abbiamo fatta rispettare in questi anni. È stato il comandante Chávez ad aprire la strada”.

Durante il discorso, Maduro ha annunciato il suo ambizioso “Piano delle sette trasformazioni”, che include:

  1. La costruzione di un modello economico autosufficiente basato sulla produzione interna. “Già produciamo cibo, cemento, vestiti, tecnologia e tutto ciò di cui abbiamo bisogno qui, con il supporto dei nostri fratelli maggiori, Cina, Russia e India”.
  2. Il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi pubblici, creando città dove “vivere bene grazie al recupero e al pieno sviluppo dei trasporti”.
  3. La riforma delle politiche sociali, per garantire “la massima felicità della società” attraverso la costruzione di abitazioni e nuovi programmi per donne, studenti e anziani.

Maduro ha poi criticato i governi stranieri che contestano il suo mandato: “Il potere che ho, che rappresento, mi è stato dato dalla Costituzione. Questi simboli non mi sono stati dati da un governo straniero, né dal governo degli Stati Uniti o dai filo-imperialisti della destra latinoamericana. Il mio potere emana dalla storia e dal popolo”.

Le critiche dell’opposizione e della comunità internazionale

L’opposizione venezuelana, rappresentata dalla coalizione Plataforma Unitaria, ha definito il terzo mandato di Maduro un “colpo di Stato”. In una nota ufficiale, hanno dichiarato: “Un colpo di Stato è stato compiuto. Si tratta di un’usurpazione del potere da parte di Nicolás Maduro, sostenuto con la forza bruta e ignorando la sovranità popolare espressa con forza il 28 luglio”.

Anche i leader europei si sono uniti al coro di critiche. Kaja Kallas, presidente del Consiglio europeo, ha affermato: “Nicolás Maduro non ha la legittimità di un presidente democraticamente eletto. L’Ue sostiene il popolo venezuelano nella sua difesa della democrazia. Le nuove sanzioni colpiscono le persone che minano la democrazia e i diritti umani”.

La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha dichiarato: “Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica”.

Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha espresso una condanna dura: “È necessario restituire il Venezuela al popolo. Maduro dovrebbe affrontare la giustizia, non prestare un giuramento illegittimo. La libertà deve prevalere. Il Venezuela sarà libero”.

Proteste e tensioni interne

Nel frattempo, il Venezuela è stato teatro di manifestazioni contro l’insediamento di Maduro. L’ONG Foro Penal ha segnalato l’arresto di almeno 17 persone durante le proteste, con episodi registrati in stati come Zulia, Lara e Yaracuy. Il vicepresidente dell’organizzazione, Gonzalo Himiob, ha dichiarato: “Il nostro centro reclami è disponibile a ricevere segnalazioni di violazioni dei diritti umani al fine di fornire assistenza legale gratuita a chiunque ne abbia bisogno”.

Per garantire la sicurezza durante la cerimonia, il governo ha chiuso i confini con la Colombia per tre giorni. Freddy Bernal, governatore di Táchira, ha dichiarato: “Abbiamo informazioni su un complotto internazionale per disturbare la pace dei venezuelani. Ordiniamo, su istruzioni del presidente Nicolás Maduro, la chiusura della frontiera con la Colombia”.

Presenze diplomatiche ridotte

All’insediamento erano presenti delegazioni di circa 100 Paesi, ma solo poche figure di rilievo. Tra queste, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel, unico capo di Stato, e rappresentanti di Russia, Cina e Paesi africani e caraibici.

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ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2025 18:58

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