Scoperta terribile ai danni di una giovane donna che veniva segregata, picchiata e di fatto ridotta in schiavitù da un coetaneo.
Salvata unicamente dalla sua forza d’animo e da qualche passante che non ha potuto che intervenire vedendo la donna subire violenze inaudite per strada. Vicenda terribile avvenuta in queste ore a Eboli, in provincia di Salerno, dove una ragazza di origine venezuelana è stata salvata da quello che si è scoperto essere, di fatto, il suo carceriere che la teneva segregata in casa e l’aveva ridotta in schiavitù.
Donna picchiata e ridotta in schiavitù: i fatti
L’orribile vicenda legata ad una donna che veniva picchiata e che era stata ridotta in schivitù arriva da Eboli, in provincia di Salerno. La scoperta è stata fatta solo grazie alla volontà della vittima di ribellarsi a colui che era diventato a tutti gli effetti il suo carceriere. Come riportato da Leggo e da altri media, tutto è nato quando, nel tentativo di scappare dall’uomo, la giovane venezuelana si è ritrovata perduta in mezzo alle strade del centro piangendo e chiedendo aiuto.
A quel punto, l’uomo che fino a quel momento l’aveva tenuta segregata in casa per tanto tempo, l’ha raggiunta e ha iniziato a picchiarla e trascinarla davanti ai passanti che sono intervenuti chiamando le forze dell’ordine. Sul posto, come sottolineato dal Corriere della Sera, in via San Berardino, è arrivata anche la polizia locale. Le forze dell’ordine hanno quindi fatto irruzione nell’appartamento da cui la donna era riuscita a scappare e hanno fatto la drammatica scoperta su quanto la vittima era stata obbligata a subire.
Le indagini
La donna era stata rinchiusa nell’appartamento dal suo compagno, un coetaneo di Eboli, segregata e picchiata. Al fine di renderle impossibile la fuga, pare che l’uomo abbia utilizzato lucchetti e catene oltre che averle tolto i documenti. Solo sfruttando un momento di distrazione del suo carceriere, la venezuelana è riuscita a scappare e chiedere aiuto.
Da quanto si apprende, adesso, l’uomo è stato arrestato per maltrattamenti, riduzione in schiavitù, segregazione e sequestro di persona e portato nel carcere a Fuorni. Dopo l’attivazione del codice rosso, la donna è stata, invece, accompagnata in un centro antiviolenza e assegnata ad una casa famiglia.