In seguito al duplice problema della pandemia e della guerra in Ucraina, un milione di container all’anno sono fermi in Cina.
Un milione di container all’anno. Questa la pesante cifra dei container bloccati in Cina, che non potranno più arrivare in Europa attraverso il territorio russo, tramite ferrovia, a causa delle sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo segnala ExportUSA, una società di consulenza che affianca più di un migliaio di imprese italiane nel mercato statunitense. Questi container dovranno arrivare in Europa via mare, aggravando una situazione al momento già critica sia a livello di costi che a livello di disponibilità fisiche di container.
Il prezzo dei noli
I noli marittimi verso la California dalla Cina sono quadruplicati rispetto a un anno fa. E a febbraio 2022, e prima ancora, nel mese di settembre dell’anno scorso, l’aumento rispetto all’anno precedente era già stato di dieci volte. Il costo medio di una spedizione da Shanghai a Los Angeles di un singolo container da 40 piedi, nel periodo da gennaio 2011 a marzo 2021, è stato di 3.500 dollari. Attualmente, tale prezzo varia dai 18mila ai 20mila dollari. Un aumento vertiginoso, che interessa anche centinaia di imprese italiane le quali lavorano negli Usa. Il costo di spedizione del singolo container varia da porto a porto: dai 10mila ai 12 mila dollari, contro i 3.500 dollari della situazione precedente alla crisi generata dalla pandemia e dalla guerra.
Il blocco delle filiere
“Queste sono le stime più attuali. Precisiamo che a seguito della chiusura del porto di Shanghai, ci sono attualmente 500 navi container bloccate: i costi di spedizione potrebbero, quindi, ulteriormente aumentare”. Questo è quanto spiegato in una nota di ExportUSA. Inoltre, questa recente chiusura potrebbe portare allo stop di intere produzioni, comportando dei significativi stalli nei cantieri e, di conseguenza, delle filiere a livello globale. “Pandemia e l’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina stanno generando complicazioni per tutti i sistemi di fornitura: dalle materie prime, ai semiconduttori, ai chip all’energia”, ha dichiarato Lucio Miranda, capo della società.