Arrivano i risultati delle elezioni Austria con l’ultradestra di Fpo prima con quasi il 30% dei consensi ma resta il rebus governo.
I risultati delle elezioni in Austria sono chiari: sulla scia della grande avanzata dell’Afd in Germania, l’estrema destra del Fpo non solo diventa il primo partito del Paese alpino ma mette a segno un risultato senza precedenti sfiorando il 30% dei consensi. Il leader Herbert Kickl è pronto a guidare il governo anche se nessuna forza politica ha la maggioranza assoluta in Parlamento.
Elezioni Austria, vola l’ultradestra di Fpo
Un risultato storico dalle elezioni Austria: l’estrema destra del Fpo è diventata il primo partito del Paese e ha fatto registrare un risultato senza precedenti sfiorando il 30% dei consensi, ben oltre le attese della vigilia. Rispetto alle scorse elezioni ha guadagnato il 13%.
Con questi numeri è stato messo all’angolo il cancelliere popolare Karl Nehammer, decisamente il grande sconfitto di questa tornata elettorale. Ben diverso, invece, l’umore del leader di Fpo Herbert Kickl che si è detto pronto a governare il Paese: “Non abbiamo bisogno di cambiare la nostra posizione, perché abbiamo sempre detto che siamo pronti a guidare un governo, siamo pronti a portare avanti questo cambiamento in Austria fianco a fianco con i cittadini. Gli altri partiti dovrebbero chiedersi quale sia la loro posizione sulla democrazia”.
Rebus governo
Al netto del grande entusiasmo di Kickl e dell’Fpo, va detto, al momento resta un grande rebus il Governo. Infatti, con questi numeri, escludendo sulla carta l’alleanza tra Fpo e popolari, sembra difficile la formazione di una coalizione. Il Parlamento risulta essere piuttosto frammentato con nessuna forza politica che ha la maggioranza assoluta. In questo senso, l’ultradestra è la prima forza politica, con 57 seggi, secondi i popolari con 51, terzi i socialisti con 41, appaiati i Verdi e i liberali di Neos con 17 seggi ciascuno.
Il prossimo step riguarda i colloqui per la formazione di un possibile governo, anche se il compito sembra essere difficile per il presidente Alexander Van der Bellen, contrario ad affidare la guida dell’esecutivo a Kickl.