Elezioni: il Sud tra astensionismo e assistenzialismo

Elezioni: il Sud tra astensionismo e assistenzialismo

Un cittadino su due non è andato a votare e su 10 hanno votato per il reddito di cittadinanza.

L’astensionismo è stato il vero vincitore di queste politiche 2022. Il 37% di astenuti è un dato molto grave e la maggior parte di coloro che non sono andati a votare risiedono nelle città del Sud. Complice di questa situazione anche l’astensionismo involontario e l’impossibilità di votare per i fuori sede costringendo studenti e lavoratori a spendere cifre spropositate per i mezzi per raggiungere il seggio. Ma non è l’unico problema, c’è di mezzo una grande delusione e distaccamento dalla politica che colpisce soprattutto le regioni meridionali.

Il pieno di voti che aveva fatto il Movimento 5 stelle nel 2018 ora non ha trovato nessuna alternativa anche se la maggior parte dei voti del Sud sono andati ancora ai grillini grazie alla misura del reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte infatti è andato per le strade del Sud a promettere di conservare e rafforzare il reddito di cittadinanza, una misura di cui beneficiano soprattutto in Campania.

Napoli

La rimonta del M5S al Sud è un dato preoccupante

Il M5S era sull’orlo dell’estinzione ma ha rimontato proprio nelle ultime settimane proprio al Sud che rimane sempre ai margini della società che cresce. I dati peggiori alle urne si sono registrati in Campania, Sardegna e Calabria. Addirittura a Napoli Conte ha raggiunto il 42% in città e il 64% nei quartieri poveri e disagiati. Secondo gli analisti i risultati di Napoli sono schoccanti perché è stata alimentata un’offerta tutta assistenziale. E c’è chi come D’Amato ammette che “pesa il voto di scambio fatto coi soldi dei contribuenti”.

Ma il presidente della Fondazione Mezzogiorno sottolinea anche che “sono fallite le politiche di convergenza tra Sud e il resto del paese. Regioni come Campania e Puglia sono state inadempienti nell’uso dei fondi strutturali e hanno aggravato la crisi di civiltà del Sud. Abbiamo il serbatoio di intelligenze più ricco d’Europa” dice riferito alla fuga dei laureati meridionali verso il nord. “Ora ci vuole una visione unitaria dello sviluppo italiano se no si fa default. Meloni non ha alternative” avvisa D’Amato.