Elezioni regionali, tracollo del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna
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Direttore: Alessandro Plateroti

Tracollo M5s, ora il governo ha un problema. Crimi, “Non ci arrendiamo”. Orlando: “Cambia asse di governo”

Vito Crimi

Le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria ‘condannano’ il Movimento 5 Stelle. Vito Crimi ci mette (inevitabilmente) la faccia: “Non ci arrendiamo”.

Le elezioni regionali in Emilia Romagna (qui i risultati), trasformate da Salvini in una battaglia nazionale, salvano il governo. O meglio, una parte del governo, il Pd. L’altra, il Movimento 5 Stelle, incassa una colossale batosta (l’ennesima) e si ritrova a guardare gli alleati della coalizione di maggioranza dal basso verso l’alto. Con la pretesa di continuare a dettare legge alla luce dei numeri in Parlamento, che rispecchiano però un passato ormai andato e irripetibile. Se oggi si andasse al voto, con ogni probabilità, i pentastellati sarebbero staccati in maniera netta dai dem e dalla Lega, che stanno riportando l’Italia politica verso il bipolarismo.

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Vito Crimi, “Risultati inferiori alle aspettative, questo però non ci induce ad arrenderci”

A metterci la faccia dopo la sconfitta in Emilia Romagna e in Calabria è Vito Crimi, capo politico reggente del Movimento 5 Stelle dopo le dimissioni in extremis di Luigi Di Maio.

“Il voto delle regionali ha sempre visto il Movimento raccogliere risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che in Calabria ed Emilia Romagna i risultati sono stati inferiori alle aspettative […]. Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento”.

Vito Crimi
fonte foto https://www.facebook.com/vitoclaudiocrimi/

Elezioni regionali in Emilia Romagna, tracollo del Movimento 5 Stelle: nuovo problema per il governo

Le elezioni in Emilia Romagna rappresentano un problema per la stabilità del governo Conte Bis. I risultati incoronano il Partito democratico, in grado di arginare la Lega di Matteo Salvini, e inchiodano il Movimento 5 Stelle, ai margini della partita nei territori dove aveva ottenuto i primi risultati politici iniziando la cavalcata verso il governo.

I pentastellati devono resistere fino ai prossimi Stati Generali, quando si procederà con la riorganizzazione del MoVimento. La prima sfida di Crimi sarà quella di arrivare indenne al mese di marzo. Il rischio è che altri parlamentari M5s possano decidere di cambiare casacca di fronte alla delusione delle due consultazioni elettorali fortemente volute dalla base del MoVimento, che si era espressa sulla Piattaforma Rousseau condannando Di Maio a prendere parte alla competizione.

Per quanto riguarda il governo nazionale, Nicola Zingaretti ha già chiarito la sua visione facendo sapere che in Italia si gioca ormai una partita a due tra il Pd e la Lega di Matteo Salvini. Un bipolarismo che esclude il Movimento 5 Stelle dalla scena. Il premier Giuseppe Conte è consapevole che ora i dem possano avere la tentazione di fare la voce grossa mettendo i pentastellati all’angolo. E a quel punto la reazione del Movimento 5 Stelle potrebbe essere imprevedibile.

Orlando, “Cambia asse di governo”

La strategia del Partito democratico è presentata dal vice segretario del Pd ai microfoni di Radio Capital, dove Andrea Orlando ha reso nota la visione dei dem.

“E’ giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l’asse politico del governo su molte questioni. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività di governo. Ad esempio, sulla questione della giustizia dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c’è stata finora”.

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ultimo aggiornamento: 27 Gennaio 2020 12:00

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