Archiviata la querela dell’ex arcivescovo di Potenza contro la satira su Elisa Claps.
All’interno del caso di Elisa Claps, la querela sporta dall’ex arcivescovo di Potenza contro un’opera satirica si è conclusa con l’archiviazione. Protagonisti della vicenda sono Giulio Laurenzi, noto autore di satira in Basilicata, e l’ex arcivescovo Salvatore Ligorio. L’uomo ha lasciato il proprio incarico il 13 ottobre scorso, raggiunti i 75 anni.
Elisa Claps: il caso dell’arcivescovo Ligorio e Laurenzi
Al centro della controversia, una vignetta che ritrae un prete. L’uomo era intento a nascondere sotto un tappeto polvere, le spoglie di una persona, un peluche e una croce, in un ambiente ecclesiastico. La scritta predominante era: “Sotto il tappeto“.
Quest’opera, risalente all’estate 2022, provocò il disappunto di Ligorio, che decise di procedere per vie legali, accusando l’autore di diffamazione. La querela è stata successivamente archiviata dal giudice Francesco Valente.
Riferimenti artistici e decisioni giudiziarie
La vignetta si collega alla tragica vicenda di Elisa Claps, la studentessa di Potenza scomparsa nel 1993. La ragazza è stata ritrovata morta nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Pubblicata originariamente il 26 marzo 2010 e riproposta su Facebook da Laurenzi nel 2022, ha riacceso il dibattito che ha spinto il vescovo alla querela.
Laurenzi, in un’intervista al Quotidiano del Sud, ha difeso la propria opera: “Non c’era denigrazione nel contenuto del post su Facebook, perché disegnando e scrivendo satira non ho fatto cronaca giudiziaria“.
Inoltre, ha sottolineato come il giudice abbia ribadito la non identificabilità di Ligorio nella vignetta, data la sua pubblicazione antecedente all’arrivo del vescovo a Potenza. Questa distinzione ha giocato un ruolo chiave nell’archiviazione della querela. Laurenzi non si è mostrato pentito della sua scelta, pur non aspettandosi una reazione così forte da parte di un esponente della Chiesa. Ha inoltre rivelato che Ligorio aveva richiesto ulteriori indagini, che però il giudice ha ritenuto non avrebbero portato a nuovi esiti.