“E’ nelle zone alluvionate”, spiega il Pd giustificando l’assenza di Elly Schlein. Ma questa versione non convince.
Dopo giorni di sconvolgente silenzio, la segretaria del Pd Elly Schlein riappare in Emilia-Romagna dove starebbe aiutando le famiglie colpite dall’alluvione. O almeno, è ciò che il partito sostiene per giustificare la sua inspiegabile assenza. Tuttavia, il suo silenzio è sembrato un po’ discordante con il suo ruolo politico attuale.
Elly Schlein riappare in Emilia-Romagna
Da tre giorni la leader dem sarebbe sparita completamente. Nonostante le dichiarazioni rilasciate dal Pd, la Schlein comunque non è mai stata vista nella Regione Emilia-Romagna, mentre sono stati visti addirittura “gli stivali sporchi di fango di Meloni in tv”.
Ma ecco che, nella serata di ieri, martedì 23 maggio, la Stampa comunica la notizia: “Maltempo, oggi Schlein in zone colpite dall’alluvione”, correlando anche alcune foto che confermano la tesi. Secondo quanto emerso, Elly Schlein ha visitato alcune località danneggiate insieme a Beatrice Poli, sindaco di Casalfiumanese e Mauro Ghini, sindaco di Borgo Tossignano.
Inoltre è stata anche a Lugo, in provincia di Ravenna, con il sindaco Davide Ranalli, per visitare il cantiere in cui si sta ricostruendo l’argine rotto dalla piena del Santerno.
“Un’assenza sconcertante”
Se è vero che la segretaria del Pd si trovava da tre giorni nella regione alluvionata, perché le notizie non sono trapelate subito? I dubbi sono sorti spontanei all’interno del partito: anche l’ex ministro Pd Paola De Micheli ha raccontato che il sindaco dem di Piacenza, Katia Tarasconi, in una riunione avrebbe definito “sconcertante” l’assenza della Schlein.
Pare che la politica ci tenesse a dare il suo contributo senza fare passerelle, “per non intralciare il lavoro dei volontari“. Nel Pd si ipotizza che Elly Schlein non volesse oscurare la presenza di Bonaccini “introducendo una nota dissonante“. Perché se fosse andata davanti le telecamere, “avrebbe dovuto introdurre un elemento di distinzione rispetto al governo piuttosto che un fattore di unità di fronte alla tragedia“.