Elon Musk, vicino a Trump, alimenta tensioni nello staff del presidente eletto. Nomine controverse e strategie non ortodosse scuotono Washington.
Il presidente eletto Donald Trump sta componendo la sua squadra di governo per il mandato 2.0, ma la presenza ingombrante di Elon Musk, ormai soprannominato il first buddy, sta creando non pochi problemi al suo transition team.
Elon Musk “infastidisce” lo staff di Donald Trump
Il miliardario, sempre più vicino a Trump, si è trovato al centro delle tensioni a causa del suo stile poco ortodosso e della mancanza di conoscenza delle dinamiche di Washington.
L’ultimo episodio che ha infiammato lo staff riguarda il sostegno pubblico di Musk a Howard Lutnick per il ruolo di segretario al Tesoro. Questo endorsement ha esposto le divisioni interne sulla nomina, suscitando malcontento tra i consiglieri del presidente eletto.
Tuttavia, Musk rappresenta la figura “rivoluzionaria” che Trump desidera per scardinare lo status quo della politica americana.
Nomine che dividono
La lista delle scelte di Trump per la sua squadra sta sollevando critiche:
- Matt Gaetz, candidato a una posizione chiave, è al centro di una polemica etica. Ex deputato della Florida, Gaetz è accusato di gravi reati, tra cui rapporti sessuali con una minorenne. Nonostante ciò, Trump ne sostiene la nomina “al 100%”, dividendo il partito repubblicano, con almeno 30 senatori contrari.
- Tulsi Gabbard, proposta per guidare l’intelligence, e Pete Hegseth, in corsa per il Pentagono, sono figure altrettanto discusse. Hegseth, in particolare, è stato accusato di aggressione sessuale e avrebbe pagato la sua accusatrice per evitare il licenziamento da Fox News.
- Robert F. Kennedy Jr., scelto per il dipartimento della Sanità, continua a generare polemiche per le sue posizioni anti-vax. La sua foto insieme a Trump e Musk su un aereo privato, mentre mangia McDonald’s, contrasta con il suo impegno dichiarato per un’America più sana.
Il caos sul Tesoro
La battaglia più accesa riguarda il futuro segretario al Tesoro. Tra i candidati principali ci sono Scott Bessent, recentemente in contatto con Musk, e Howard Lutnick, sostenuto apertamente dal miliardario.
Le rivalità tra i due potrebbero spingere Trump a considerare un terzo nome, con speculazioni che includono Robert Lighthizer, il senatore Bill Hagerty e Marc Rowan, CEO di Apollo Global Management.
Trump potrebbe ricorrere alla clausola delle nomine temporanee per superare eventuali blocchi al Senato, una mossa che potrebbe scatenare una crisi costituzionale.
Mentre le polemiche interne si intensificano, il Dipartimento dell’Istruzione resta un’incognita, con Trump che durante la campagna elettorale ha promesso di abolirlo.
Biden: ultimi impegni internazionali
Nel frattempo, il presidente uscente Joe Biden è impegnato nei suoi ultimi incontri diplomatici.
Dopo un vertice con il presidente cinese Xi Jinping all’Apec, Biden parteciperà al G20 in Brasile, con una sosta simbolica a Manaus per ribadire l’impegno degli Stati Uniti sul cambiamento climatico.
Xi Jinping, commentando l’imminente ritorno di Trump, ha affermato:
“La Cina è pronta a lavorare con la nuova amministrazione americana per mantenere la comunicazione e gestire le differenze”.