Una nuova traccia al cimitero del Verano sembra poter far ipotizzare dove sarebbe stata sepolta Emanuela Orlandi.
La misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi continua a sollevare interrogativi e ipotesi. La cittadina vaticana, scomparsa il 22 giugno 1983, rimane al centro di un intricato giallo irrisolto e in queste ore sarebbe giunta una potenziale nuova traccia direttamente dal cimitero del Verano dove sono spuntate una scritta e una data che potrebbero far pensare a dove la ragazza sarebbe stata, forse, sepolta.
Emanuela Orlandi, la data e il nome: la nuova ipotesi
Solo un paio di mesi fa all’interno del cimitero del Verano era spuntata una traccia: un barattolo di vernice verde, una chiave d’auto e una moneta da 500 lire. Degli oggetti che sono stati nascosti dietro alla statua dell’Angelo e che, secondo alcuni, potrebbero essere un codice per far ritrovare Emanuela Orlandi, per lo meno quello che ne potrebbe restare.
Adesso, invece, come riportato anche dal Corriere della Sera, nello stesso cimitero, è comparsa un’altra traccia realizzata, forse, con la stessa vernice verde del barattolo. Questa volta la traccia riporta un nome e una data molto importante per le persone scomparse: “Zoff” e “15-1-91” con la lettera “R” nella parte posteriore.
Il parere dell’esperta
Per capire se questa nuova traccia possa essere un riferimento al caso Orlandi, il Corriere della Sera si è rivolto alla docente universitaria, studiosa di arte e simbologie funerarie, che da mesi sta curando un dossier imponente sui vari episodi legati al caso Orlandi ambientate nello cimitero della capitale. Stando a quanto si apprende, il riferimento a “Zoff” potrebbe indicare un custode o “qualcuno che veglia su qualcosa di importante”, come una tomba che potrebbe essere stata violata e usata come un nascondiglio segreto.
Stesso riferimento potrebbe essere per la lettera “R“, che potrebbe riferirsi al nome di un’altra persona. Pochi dubbi, invece, sulla data: il 15 gennaio del 1991, infatti, il governo italiano aveva pubblicato il decreto legge, poi convertito dal Parlamento, relativo alle nuove misure da utilizzare per i sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia. Sulla vicenda, ovviamente, non ci sono certezze ma l’ipotesi che “qualcosa” voglia lanciare un messaggio è più che mai valida.