Il caso Emanuela Orlandi è stato argomento nel podcast di Fedez e Mr Marra ‘Pulp Podcast’ alla presenza anche di Pietro Orlandi.
L’ultimo passo delle indagini legate al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è stata la testimonianza di un’amica. Per il resto, purtroppo, per stessa ammissione di Pietro Orlandi, fratello della ragazza sparita il 22 giugno 1983, non ci sono novità, fatta eccezione per quanto concerne un dossier in Vaticano del quale è stata confermata la presenza. A parlarne, nel corso di ‘Pulp podcast’ con Fedez, sono stati appunto Pietro Orlandi, ma anche Francesca Immacolata Chaouqui e Alessandro Ambrosini.

Emanuela Orlandi, il punto sull’inchiesta: parla il fratello Pietro
Intervenuto durante il podcast con Fedez e Mr Marra, Pietro Orlandi ha commentato: “Inchiesta in Vaticano, inchiesta in Procura e bicamerale d’inchiesta. Poi si aggiunge la mia, se vogliamo. A due anni dall’inchiesta aperta in Vaticano non ho saputo niente”, le sue parole. E ancora: “Io avevo suggerito a Diddi di parlare con Chaouqui (presente durante il podcast), che non è stata ancora consultata. In commissione, invece, c’è chi rema contro: si tratta di Gasparri che si è espresso soltanto due volte: nel primo caso sull’audizione di Nicotri, unico giornalista chiamato a parlare in Vaticano. Nel secondo, invece, ha commentato quella di monsignor Vergari”.
Dal depistaggio al dossier in Vaticano
Ad intervenire durante il faccia a faccia nel podcast anche il giornalista Ambrosini che da tempo segue il caso. In questo senso, ecco l’unica novità: “Secondo me è un depistaggio: mi sembra creato appositamente per far parlare e sviare le indagini”, il suo commento. “Sui fascicoli nessuno mi ha detto niente. L’unica novità è che in Vaticano hanno fatto sapere l’esistenza del dossier su Emanuela Orlandi. Che attenzione non è quello di padre Lombardi, che era stato fatto sulla base del libro che ho scritto io. Ma quello di Domenico Giani”.
Tra i vari interventi, anche quello dell’avvocatessa Chaouqui: “Il Vaticano di oggi ha davvero qualcosa da perdere?”, ha domandato la donna. “Sono oltre 40 anni che ha qualcosa da perdere, potrebbe essere la credibilità a livello mondiale. Si tratta ormai di un’eredità tramandata nella Santa Sede”, il suo parere sulla vicenda.