Caso Emanuela Orlandi: la decisione del Governo è un “suicidio”

Caso Emanuela Orlandi: la decisione del Governo è  un “suicidio”

Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi è stato rinviato dal governo “per approfondimenti”. Il fratello, Pietro: “Suicidio politico”.

Il governo ha annunciato lo stop dell’inchiesta su Emanuela Orlandi. Secondo quanto appreso, il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha richiesto a nome dell’esecutivo il rinvio “per approfondimenti”.

Chi è la ragazza scomparsa

Emanuela Orlandi, è la ragazza – all’epoca 15enne – che il 22 giugno del 1983 scomparve a Roma. Ad oggi ancora nessuna traccia di quella che al momento della sparizione, era soltanto una ragazza. Nell’ultimo periodo la stampa italiana ha riacceso il suo interesse nei confronti nel caso della giovane. Secondo alcune ipotesi, la scomparsa della giovane sarebbe collegata ad alcune lotte interne nel Vaticano.

Vaticano

Adesso è giunta notizia da parte del governo dello stop sull’inchiesta. Questa decisione ha inevitabilmente provocato la delusione del fratello della ragazza scomparsa, Pietro. Le sue parole dopo aver appreso dello stop: “Avevano assicurato che avrebbero fatto presto”.

Le parole del fratello di Emanuela Orlandi

A Today.it il fratello di Emanuela ha spiegato cosa è accaduto. “Quando abbiamo incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i capigruppo sembrava che tutti volessero accelerare. Avevamo ricevuto rassicurazioni unanimi su questo. Ci avevano addirittura detto che sarebbe stata una formalità, molto veloce, tanto che la commissione avrebbe cominciato i propri lavori già ad aprile. Ora – dice – questa novità arriva un po’ all’improvviso, ma voglio essere fiducioso, magari è una cosa positiva, quanto meno non c’è stata una chiusura. Io resto sempre a disposizione di approfondimenti, posso ricostruire la vicenda fotogramma per fotogramma. Certo che dopo 40 anni, mi chiedo quali tipo di approfondimenti servano ancora”.

Nessuna convocazione dal Vaticano

“Dal Vaticano – spiega Pietro – ancora non è stata data alla famiglia nessuna notifica ufficiale quanto alla riapertura delle indagini. Lo abbiamo saputo, come tutti, dalla stampa e quando il nostro avvocato, Laura Sgrò, ha chiesto chiarimenti ci è stato risposto con una semplice email che ‘sarà contattata al termine delle indagini’. Chissà cosa c’è ancora da indagare dopo 40 anni”.

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