Nuova consulenza fonica sul caso Emanuela Orlandi: la voce sul nastro del 1983 è stata identificata come quella di Marco Accetti.
Il mistero attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita nel 1983 all’età di 15 anni, si arricchisce di un nuovo inquietante capitolo.
Una recente consulenza fonica ha, infatti, identificato con alta probabilità la voce presente sul lato A della cosiddetta “cassetta delle torture“, inviata all’Ansa poco dopo il rapimento, come quella di Marco Accetti.
Si tratta del fotografo romano coinvolto nel caso e figura controversa che ha disseminato nel tempo indizi significativi legati alla vicenda.
Emanuela Orlandi: i risultati della nuova consulenza fonica
La consulenza fonica – come scritto da Corriere della Sera, è stata condotta dall’ingegnere informatico Marco Arcuri, un esperto in intelligenza artificia.
L’ingegnere, come riportato da IlSussidiario.net, aveva già lavorato sull’identificazione della voce del misterioso telefonista che contattò le famiglie di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Nel nuovo accertamento, Arcuri ha comparato la voce di Marco Accetti con quella incisa nel nastro audio spedito nel luglio 1983.
Il risultato è sconvolgente: c’è un grado di compatibilità dell’86% per quanto riguarda le telefonate e del 78% per il nastro registrato.
L’audio – che contiene nel lato A un messaggio rivolto al Vaticano con pressioni riguardanti la scarcerazione di Ali Agca – avrebbe per il tecnico delle caratteristiche molto simili alla voce del fotografo.
L’esperto sottolinea come vi sia “una durata identica delle sillabe” tra le due voci e una “forte coerenza” nella frequenza fondamentale, con variazioni medie inferiori al 2%.
Anche il timbro, secondo Arcuri, risulta “marcatamente somigliante sia nella densità spettrale sia nella distribuzione delle armoniche“.
Il ruolo di Marco Accetti nella vicenda
Marco Accetti è un nome ricorrente nel caso di Emanuela Orlandi. Il fotografo romano, oggi 68enne, si è autoaccusato del sequestro della giovane ragazza.
Tra i tanti indizia, ha fatto ritrovare un flauto che la famiglia ha riconosciuto come appartenente alla quindicenne.
Nel corso degli anni, la sua figura è stata collegata a vari eventi oscuri, incluso il coinvolgimento nella morte del piccolo José Garramon. Un episodio che ha ulteriormente rafforzato l’aura di mistero attorno a lui.
L’ipotesi che la sua voce sia quella presente sul lato A della “cassetta delle torture” non è la prima indicazione della sua vicinanza al caso.
Ma rappresenta un nuovo tassello nel complesso mosaico che da decenni cerca di chiarire le dinamiche del rapimento.