Emanuela Orlandi, la verità nascosta dietro la scomparsa: cosa successe in Via dei Corridori

Emanuela Orlandi, la verità nascosta dietro la scomparsa: cosa successe in Via dei Corridori

I dettagli inediti del caso Emanuela Orlandi. Dal pedinamento in via dei Corridori agli indizi collegati al caso Gregori.

La storia di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983, è segnata da misteri e inquietanti coincidenze, tra cui un episodio chiave avvenuto in via dei Corridori. Questa strada, oggi trasformata in una sorta di tendopoli, è stata testimone di un momento cruciale: la quindicenne, figlia di un messo pontificio, fu pedinata da una A112 con a bordo due giovani, ritenuti esponenti della banda della Magliana. Questa pedinata, avvenuta pochi giorni prima della sua scomparsa, ha rappresentato un tassello fondamentale nelle indagini che si sono susseguite per oltre quarant’anni.

Pietro Orlandi

Un sequestro annunciato? Analisi del pedinamento

Il pomeriggio del pedinamento, Emanuela, di ritorno da Ostia con amici, fu sfiorata dalla A112. Un giovane a bordo toccò il suo gomito, pronunciando parole inquietanti all’indirizzo del conducente: «È questa». Gli investigatori hanno interpretato quest’azione come una possibile prova generale del sequestro, un’ipotesi rafforzata da eventi successivi che confermano l’importanza di quanto accaduto in via dei Corridori.

L’indagine ha subito una svolta quando, il 26 aprile 1984, una telefonata anonima raggiunse la famiglia di Gabriella Giordani, un’amica di Emanuela. Una voce maschile affermò che la ragazza fosse viva e in buone condizioni. La madre di Gabriella, dopo aver ascoltato una registrazione della voce dell’«Americano», identificò senza dubbi l’interlocutore come Marco Accetti, un testimone chiave. Questo sviluppo ha dato nuovo impulso alle indagini e ha alimentato l’ipotesi di un sequestro ben pianificato.

Confronti e indizi: il collegamento con il caso Gregori

Un ulteriore elemento collega il caso Orlandi a quello di Mirella Gregori, un’altra ragazza scomparsa. Gli identikit dei sospetti in entrambi i casi mostrano somiglianze sorprendenti, suggerendo un possibile legame tra i due episodi. Dopo anni, queste analogie hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due affiliati alla banda della Magliana, creando un nesso tra i due gialli.

Oggi, in occasione del 56° compleanno di Emanuela, suo fratello Pietro ha organizzato un sit-in in piazza Cavour, Roma. A partire dalle 15.30, questo evento mira a rinnovare l’attenzione sul caso, sollecitando la ricerca della verità in un giallo che da decenni turba l’Italia e il Vaticano. La persistente richiesta di giustizia per Emanuela Orlandi continua a essere un simbolo della lotta contro l’oblio e l’indifferenza in casi irrisolti di scomparsa.

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