Emanuele Filiberto rivuole i gioielli e gli immobili di Casa Savoia
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Emanuele Filiberto non accetta la sentenza: rivuole i gioielli e gli immobili

Emanuele Filiberto

Dopo la sentenza del Tribunale di Roma, Emanuele Filiberto di Savoia riapre la battaglia sui gioielli e gli immobili della Corona.

Dopo il recente giudizio sull’operato di Giorgia Meloni, Emanuele Filiberto, in un’intervista al settimanale Oggi e riportata da Fanpage, si scaglia contro la sentenza del Tribunale di Roma, che ha stabilito l’appartenenza allo Stato italiano dei gioielli e gli immobili della Corona. L’erede della famiglia reale italiana parla di “umiliazione della verità” e accusa lo Stato di perpetuare una “vendetta politica“.

Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia nel centro estetico per la cura e la toelettatura di cani e gatti, in zona Turati a Milano

Emanuele Filiberto di Savoia rivuole i gioielli e gli immobili

Emanuele Filiberto si dice profondamente amareggiato per la decisione del Tribunale romano. “Ma non è amarezza per un valore economico. È per l’umiliazione della verità“, ha dichiarato. Per lui, i gioielli della Corona non sono semplicemente oggetti preziosi, ma simboli della monarchia costituzionale e della storia dell’Italia.

Ribadisce con fermezza che quei beni sono proprietà privata della famiglia Savoia e annuncia il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, non solo per la restituzione dei gioielli, ma anche per ottenere un risarcimento riguardo agli immobili pignorati.

Denuncia inoltre l’appropriazione di collezioni d’arte, arredi, suppellettili, argenterie, archivi e memorie familiari. “E poi ci accusano, ancora oggi, di essere ladri. È inaccettabile“, ha affermato, definendo l’esproprio “un atto di vendetta politica, privo di qualsiasi valutazione oggettiva“. Aggiunge che, a distanza di quasi ottant’anni, “continuare su questa linea è, francamente, uno scandalo nazionale“.

Le accuse sul mancato rispetto degli accordi post-esilio

Durante l’intervista ha contestato anche il mancato rispetto degli accordi stipulati al momento della revoca dell’esilio. Emanuele Filiberto sostiene che a suo padre sarebbe dovuta spettare un’abitazione, una scorta simbolica e un rientro dignitoso in patria, ma “nulla è accaduto. Tutto è stato negato. Perché? Per paura. Per debolezza politica“. Ritiene che un Paese forte non dovrebbe temere la propria storia e denuncia la scelta dell’Italia di dimenticare Casa Savoia.

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ultimo aggiornamento: 5 Giugno 2025 15:08

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