L’Ue ‘solidale’ ci lascia senza mascherine

L’Ue ‘solidale’ ci lascia senza mascherine

Emergenza coronavirus, l’Unione europea ‘si tiene’ le mascherine: l’Italia chiede fatti, non parole. Le pacche sulla spalla non bastano a fronteggiare il problema.

L’emergenza coronavirus ha fatto partire una corsa alle mascherine che sfortunatamente non premia l’Italia. Anzi. Il nostro Paese, come ormai noto, quando è iniziata l’emergenza sanitaria non aveva alcuna realtà interna che producesse questo tipo di dispositivi sanitari. Eravamo importatori puri di mascherine.

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Coronavirus, l’Italia chiede mascherine: Germania, Francia e Repubblica Ceca bloccano l’export

Alla fine del mese di febbraio, l’Italia aveva chiesto l’attivazione del Meccanismo di Protezione Civile Ue per la fornitura di mascherine. Il governo italiano non ha avuto risposte e difficilmente troverà porte aperte ora che l’emergenza sanitaria legata al coronavirus sta interessando anche gli altri paesi europei. Molti dei quali hanno già bloccato l’esportazione di mascherine.

Germania, Repubblica Ceca e Francia hanno comunicato all’Ue la decisione di bloccare l’export di mascherine e prodotti sanitari utili alla lotta contro il coronavirus.

L’Unione europea dovrebbe muoversi avviando un appalto congiunto, una procedura alla quale prendono parte venti Stati membri dell’Unione europea. Italia inclusa.

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Speranza, “Dobbiamo lavorare insieme, non dobbiamo farci la guerra”

“Dobbiamo lavorare insieme, non dobbiamo farci la guerra tra paesi europei con il solo rischio di far aumentare il prezzo […]. Ho sentito solidarietà da parte degli altri paesi, ma questa solidarietà deve essere concreta non bastano le parole, ma fatti e tempi brevi. Per questo abbiamo chiesto maggior coordinamento e maggiore velocità”.

“Senza un coordinamento ogni paese fa per sé, ma se ognuno fa per sé tutti sono paesi sono più deboli anche rispetto ai produttori di questi dispositivi che sono fuori dell’Europa se si agisce da soli l’unico effetto sarà quello di far aumentare i prezzi, se saremo tutti insieme a trattare gli acquisti saremo più forti.Tutti i provvedimenti dall’approvvigionamento di dispositivi alle misure di contenimento alle attrezzature, se sono coordinati ci rendono più forti. Questo è il messaggio che ha dato il governo italiano mi sembra che su questa linea la Ue abbia colto il messaggio”.

Inutile sottolineare come la linea dell’Italia sia stata appoggiata dalla Commissione, secondo cui i prodotti sanitari dovrebbero andare dove c’è più bisogno. Ma la decisione degli Stati Ue di pensare alle proprie necessità in fondo non sorprende.

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