Estate in Emilia-Romagna, le polemiche dopo l’alluvione: “Risorse insufficienti”

Estate in Emilia-Romagna, le polemiche dopo l’alluvione: “Risorse insufficienti”

Si alzano le polemiche da parte dell’Emilia-Romagna, che deve ancora fare i conti con le conseguenze dell’alluvione.

Dopo l’alluvione che a maggio ha devastato l’Emilia-Romagna, la Regione sta cercando di rimettersi in piedi ma “farcela da soli sarà difficilissimo”. Mentre Bardonecchia affronta i danni dell’esondazione del torrente, molti territori chiedono più attenzioni e risorse al Governo.

alluvione, strada allagata, auto parcheggiate

Mentre continuano gli scontri della Regione contro la premier Giorgia Meloni, a farsi sentire sono anche sindaci e sindacati. In una nota congiunta il presidente nazionale Legacoop Simone Gamberini, il numero uno di Legacoop Emilia-Romagna Daniele Montroni, e i colleghi Paolo Barbieri, Rita Ghedini, Paolo Lucchi e Raffaele Mazzanti, chiosano: “Questa volta farcela da soli sarà difficilissimo”.

Legacoop: “I risarcimenti non sono arrivati”

“Non ci piace la polemica fine a sé stessa ma le chiacchiere stanno a zero. Non solo i risarcimenti non sono arrivati – se non 3.000 euro per una parte delle famiglie alluvionate, con fondi derivati dalla Protezione civile e dalla Regione Emilia-Romagna e le risorse già rese disponibili dalle Camere di Commercio della Romagna, di Bologna e di Ferrara e Ravenna – ma non esiste neppure una modulistica per richiederli e una struttura tecnica per esaminarli”, introduce Legacoop.

Sono migliaia le famiglie e le imprese dell’Emilia-Romagna che chiedono aiuto. Ma per Legacoop gli stanziamenti da soli non bastano, perché senza apposite modulistica e strutture tecniche “si tratterà di risorse che nessuno utilizzerà“.

I sindaci sull’alluvione: “Fatti concreti”

Interviene anche il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, commentando: “Le comunità alluvionate della Romagna hanno bisogno di certezze su due fronti: gli indennizzi e la sicurezza del territorio”. Per quanto riguarda gli indennizzi, “se è vero che le famiglie stanno ricevendo i primi 3.000 euro dei Cis, che poi diventeranno 5.000, è altrettanto vero che le risorse per compensare i danni provocati dall’alluvione sono, nella maggior parte dei casi, ancora insufficienti, e che può essere utile valutare l’utilizzo dei 900 milioni ancora a disposizione sul capitolo degli ammortizzatori sociali”, aggiunge Zattini.

“Per aiutare le popolazioni alluvionate non serve che le istituzioni si scrivano, servono i fatti e più di tutto, serve coesione sociale e grande senso civico”, conclude il sindaco di Forlì.

Poi Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Protezione civile, tracciando un bilancio degli interventi già in corso chiede ulteriori risorse: “L’autunno è alle porte e non si può aspettare”. 

Sono in corso circa 80 interventi sui principali corsi d’acqua esondati, per un totale di oltre 116 milioni di euro. E si tratta delle opere più urgenti avviate dalla Regione per affrontare le criticità seguite dal terribile alluvione.

I cantieri aperti su fiumi e torrenti emiliano-romagnoli, dal valore complessivo di circa 116 milioni di euro, “fanno parte del pacchetto di 400 milioni per opere di somma urgenza già segnalate come assoluta priorità al Governo, e per le quali attendiamo al più presto il trasferimento delle risorse”, continua Priolo.

Si attende la pubblicazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, ma “serve fare in fretta perché l’autunno è alle porte e non si può perdere tempo, ecco perché dobbiamo lavorare anche per pianificare gli ulteriori interventi urgenti che ancora non hanno una copertura finanziaria”, conclude la vicepresidente.