Emissioni CO2 in aumento: livelli record di tutti i tempi

Emissioni CO2 in aumento: livelli record di tutti i tempi

Secondo i dati del Global Carbon Project, nel 2023 le emissioni da combustibili fossili sarebbero aumentate drasticamente.

Secondo l’Accordo di Parigi, le emissioni da combustibili fossili dovrebbero diminuire di oltre il 5% l’anno. Ma i dati dicono tutt’altro: si registra un continuo aumento, che rende difficile raggiungere gli obiettivi per contrastare gli impatti climatici sul pianeta.

Emissioni CO2 a livelli record

A destare parecchie preoccupazioni sono i dati preliminari del 2023 del rapporto annuale “Global Carbon Budget”, anticipati da Glen Peters del Global Carbon Project e ricercatore senior del Centro per la ricerca internazionale sul clima (CICERO) in Norvegia.

Le emissioni di anidride carbonica (CO2) da combustibili fossili hanno sfortunatamente segnato un nuovo record, aumentando di un ulteriore 1% a livello globale, rispetto al 2022. I dati attuali contrastano quindi gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che stabilisce una diminuzione del 5% all’anno.

“Il continuo aumento rende ancora più difficile raggiungere gli obiettivi di Parigi ed espone il pianeta a impatti climatici ancora maggiori”, afferma appunto Peters, evidenziando come ciò renda difficile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali.

La salvezza nell’energia pulita

Nonostante lo scenario critico attuale, ci sono anche alcuni punti positivi da valutare. Come sostiene l’AIE, la crescita delle tecnologie energetiche pulite può ancora limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, in un percorso che ha strettamente bisogno di “un’azione più coraggiosa” da parte dei governi.

Ancora una volta, la responsabilità resta della forza politica. Motivo per cui il 5 dicembre prossimo i leader mondiali si incontreranno negli Emirati Arabi Uniti la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP28), per discutere sul futuro dei combustibili fossili.

Peters: “Stiamo facendo metà lavoro”

L’organismo di vigilanza sull’energia, però, avverte anche che l’aumento degli investimenti nei combustibili fossili e delle emissioni elevate – durante il post-pandemia e la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina – non sono un tassello da poter tralasciare.

Secondo Peters, l’energia pulita dovrebbe iniziare immediatamente a sostituire la domanda di combustibili fossili. Eppure, “ciò non sembra accadere in modo significativo, il che è deludente. La mia preoccupazione è che stiamo facendo metà del lavoro, promuovendo l’energia pulita, e non facendo l’altra metà, abbandonando i combustibili fossili”.