Emmanuel Macron critica Netanyahu per le operazioni israeliane in Libano, durante il Sommet de la Francophonie.
Durante il Sommet de la Francophonie tenutosi a Parigi, Emmanuel Macron ha esortato a un cessate il fuoco immediato in Libano, un Paese profondamente colpito dai raid israeliani. Il presidente francese ha espresso la sua preoccupazione per l’escalation del conflitto, criticando apertamente la decisione del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di lanciare un’operazione di terra nel sud del Libano. Questa operazione è stata attuata in risposta agli attacchi di Hezbollah, il movimento sciita sostenuto dall’Iran, che è responsabile di numerosi attacchi contro Israele.
Macron chiede una tregua immediata
Durante la conferenza stampa di chiusura del summit, Macron ha ribadito l’appello della comunità internazionale per un cessate il fuoco «immediato e duraturo» in Libano. Ha sottolineato che la Francia, insieme ad altri Paesi membri dell’Organizzazione internazionale della francofonia, come il Canada e il Belgio, si è espressa unanimemente a favore di una soluzione diplomatica e del ritorno alla pace nella regione. «Ci siamo espressi all’unanimità a favore di un cessate il fuoco immediato e duraturo e abbiamo dichiarato il nostro impegno per la distensione delle tensioni nella regione», ha dichiarato Macron.
Nonostante le sue critiche alla scelta di Netanyahu, Macron ha comunque riaffermato la solidarietà della Francia verso la sicurezza di Israele, spiegando che il Paese continuerà a esportare componenti cruciali per la difesa israeliana, come il sistema antimissile Iron Dome. Questo aspetto della cooperazione ha causato qualche disappunto in Francia, soprattutto dopo le dichiarazioni di Macron che si era detto favorevole alla sospensione delle armi usate nei bombardamenti su Gaza. «Mi dispiace che il primo ministro Netanyahu abbia fatto un’altra scelta, che si sia preso questa responsabilità, in particolare di operazioni di terra sul suolo libanese», ha aggiunto il presidente francese.
Netanyahu risponde alle critiche
La risposta di Netanyahu non si è fatta attendere. Il leader israeliano ha difeso con fermezza le sue decisioni militari, sottolineando che Israele ha il diritto di difendersi da attacchi provenienti da organizzazioni terroristiche come Hezbollah. «L’Iran impone un embargo sulle armi a Hezbollah, agli Houthi, ad Hamas e ai suoi altri alleati? Ovviamente no. Questo asse del terrore è unito. Ma i Paesi che dovrebbero opporsi a questo asse del terrore chiedono un embargo sulle armi a Israele, è una vergogna», ha dichiarato Netanyahu, difendendo le sue azioni. Ha inoltre ribadito che il suo Paese continuerà a combattere «fino alla vittoria» per proteggere Israele e la civiltà contro il fanatismo. «Siate certi che Israele combatterà finché la battaglia non sarà vinta, per il nostro bene e per il bene della pace e della sicurezza nel mondo», ha concluso Netanyahu.
In un contesto internazionale sempre più teso, le divergenze tra Macron e Netanyahu riflettono le differenti visioni sulla gestione della crisi in Medio Oriente. Se da un lato Macron auspica un ritorno al dialogo e una soluzione diplomatica, Netanyahu vede la forza militare come l’unica strada per garantire la sicurezza del suo Paese.