Energia, quanto ci è costata questa crisi?

Energia, quanto ci è costata questa crisi?

Sono ben 76 i miliardi che il governo ha stanziato dalla scorsa primavera per arginare gli effetti della crisi dell’energia.

La pandemia, la guerra in Ucraina e i conseguenti rincari sull’energia. Fattori determinanti in una spirale inflazionistica che ha visto l’aumentare dei prezzi dei beni di prima necessità fino alle bollette esorbitanti. Dal governo Draghi fino all’ultimo della Meloni, sono stati stanziati ben 76 miliardi per cercare di contrastare gli effetti della crisi. Nonostante le difficoltà, il futuro si prospetta più roseo.

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I costi sulla crisi energetica

Fino ad oggi il governo ha stanziato ben 76 miliardi di euro per arginare i costi dovuti alla crisi energetica. Fin dallo scoppio della pandemia, arrivando agli effetti della guerra in Ucraina, l’esecutivo ha dovuto rimediare alle conseguenze degli aumenti dei prezzi. Un rialzo graduale dei costi sui beni alimentari e poi sul costo della vita che ha sempre più complicato la situazione economica italiana.

I primi 14 miliardi sono stati stanziati a maggio con il primo decreti Aiuti dl governo Draghi. Poi, altri 17 sono arrivati con il dl Aiuti Bis ad agosto, e a settembre il governo è intervenuto di nuovo mettendo a disposizione 14, 9 miliardi. Con il primo decreto Aiuti quater del governo Meloni, infine, sono stati stanziati altri 9,1 miliardi a cui si aggiungono i 21 miliardi per la legge di bilancio.

Le previsioni future

Nonostante gli sforzi dell’esecutivo, certamente la crisi energetica non si placherà nel prossimo futuro, sia per le famiglie che per le imprese. Tuttavia, nella legge di bilancio 2023 sono state varate nuove misure per arginare l’impatto con la crisi. Tra queste le agevolazioni per le imprese di energia e gas, l’azzeramento degli oneri di sistema, il taglio delle accise sui carburanti, la rateizzazione fino a 36 mesi delle bollette e il bonus sociale. 

Le analisi intanto prevedono comunque un miglioramento, in quanto il Pil dovrebbe crescere a ritmi sostenuti nel 2022 (+3,9%) per poi rallentare nel 2023 mantenendo però il segno positivo (+0,4%). Inoltre il tasso di occupazione è salito al 60,5%.