Con il tetto del prezzo al gas, la Spagna sarebbe riuscita a ridurre notevolmente la bolletta elettrica per imprese e famiglie.
Mentre in Francia, seppur resta fissa la presenza del nucleare, i prezzi non intendono diminuire. Le cause? Molteplici fattori che avrebbero complicato concretamente il quadro generale. Gianni Silvestrini, ricercatore e direttore del Kyoto Club, dettaglia il tetto ottenuto dalla Spagna e cosa sta succedendo nello specifico in Francia: “Questa situazione piuttosto critica ha portato ad una riflessione, che è quella di svincolare il mercato elettrico: scindere quello dei fossili e del gas da quello delle rinnovabili, ma questa non è una cosa di oggi, se ne discuteva già prima della crisi del gas russo, ora però è tempo di intervenire”.
Il prezzo invariato della Spagna
La Spagna vivrebbe una situazione particolare, in quanto gode di poche interconnessioni con l’Europa per cui ha fatto richiesta per poter mettere un cap sul prezzo del gas e questo gli è stato concesso; questo cap si riflette di conseguenza anche sull’energia elettrica. Comunque sia, il prezzo in sé è alto anche in Spagna, sebben ridotto rispetto agli altri paesi nel suo costo finale ai consumatori.
La prezzistica dell’Europa centrale attualmente è alta un pò dovunque, ciò perché le dinamiche secondo le quali si formano i prezzi al mercato elettrico sono quelli che uno offre, e in genere quasi sempre è il gas che ha un prezzo più alto, tirandosi dietro tutto il resto.
Anche in Francia, nonostante il nucleare, i prezzi rimangono comunque molto alti. Il quadro più delicato si lega proprio alla Francia, in cui al momento ci sono circa 32 reattori fermi su 56, fermi per manutenzione o problemi di corrosione, inoltre la temperatura dell’acqua dei fiumi è nei limiti e questo complicherebbe di gran lunga le cose.