Eni corre verso la fusione a confinamento magnetico: energia pulita come quelle del Sole. Descalzi: “Lo sviluppo di tecnologie innovative è uno dei pilastri”.
Eni corre verso il futuro e lo fa con i test sul processo di fusione a confinamento magnetico. Si tratta dello stesso processo che sta alla base “della generazione di energia nel Sole e nelle stelle“.
La corsa verso il futuro, Eni inaugura la fusione a confinamento magnetico
Lo scopo di Eni è ovviamente quello di arrivare all’industrializzazione di questo processo. E le notizie che arrivano dagli Usa sono decisamente confortanti e positive. Commonwealth fusion system, legato al Mit, di cui Eni è azionista, ha condotto con successo il primo test a livello mondiale.
“Abbiamo dimostrato che è possibile generare un campo magnetico più elevato possibile e in grado di contenere il plasma che un domani genererà l’energia dal processo di fusione. Il prossimo step, nel 2025, prevede la realizzazione di Sparc, un primo impianto sperimentale a produzione netta di energia e successivamente quella del primo impianto di taglio industriale, Arc“, ha dichiarato Francesca Zarri spiegando come mai il test abbia grande importanza e quali sono gli obiettivi e le potenzialità di questo lavoro.
La soddisfazione di Descalzi
“Lo sviluppo di tecnologie innovative è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché la chiave per una transizione energetica equa e di successo. Per Eni la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza emissione di gas serra, cambiando il paradigma della generazione di energia. Il risultato ottenuto durante il test dimostra l’importanza strategica delle nostre partnership di ricerca e consolida il nostro contributo allo sviluppo di tecnologie game changer“, ha dichiarato Descalzi commentando il grande risultato ottenuto.
Verso l’industrializzazione
La rivoluzione non è immediata ma non è neanche così lontana. Si prevede che nel 2025 possa essere aperto il primo impianto sperimentale. La tecnologia dovrebbe essere effettivamente disponibile su vasta scala dal 2031