Un accordo stipulato dal Ministro Orlando (Pd) e il Brasile potrebbe salvare Cesare Battisti dall’ergastolo commutando la pena in trent’anni di detenzione.
Dopo il clamore in seguito all’arresto e il lungo silenzio dopo l’inizio della detenzione, torna in prima pagina Cesare Battisti, l’ex terrorista rosso catturato dopo anni di latitanza tra la Francia e il Sud America. Come emerso proprio nelle ultime ore, infatti, l’accordo stipulato nel 2017 dal ministro della Giustizia Orlando (Pd) con il Brasile potrebbe consentire a Battisti di ottenere da commutazione della pena dall’ergastolo a trent’anni di reclusione.
Cesare Battisti potrebbe “salvarsi” dall’ergastolo alla luce dell’accordo tra il Brasile e l’Italia
Si tratta di un documento firmato nel 2017 tra l’allora ministro della Giustizia Orlando e il governo brasiliano, di fatto un accordo sull’estradizione di Cesare Battisti.
Il documento impegna di fatto le autorità italiane a non infliggere a Battisti un pena superiore ai trent’anni di detenzione.
“Dichiara di accettare le condizioni indicate dalle Autorità brasiliane in relazione alla consegna all’Italia di Cesare Battisti, garantendo che il tempo massimo di esecuzione della pena inflitta non supererà nella sua effettività 30 anni di reclusione e che il periodo di detenzione sofferto dall’estradato in Brasile ai fini della procedura di estradizione sarà computato nella pena da eseguire in Italia”, recita il documento pubblicato nella sua versione integrale dall’Adnkronos.
La difesa di Cesare Battisti
Davide Steccanella, avvocato difensore di Cesare Battisti, ha chiesto l’applicazione di tale accordo alla luce del fatto che il documento rapprsenti l’unico certificato valido per l’estradizione dell’ex terrorista rosso. L’estradizione dalla Bolivia non avrebbe infatti rispettato le norme vigenti in materia.