Il mondo dell’editoria in lutto: addio allo storico scrittore nonché il più longevo direttore di Einaudi, Ernesto Franco.
Colpito da tempo da una brutta malattia, si è spento in queste ore Ernesto Franco, storico scrittore e direttore di Einaudi. L’uomo è morto a Genova, la sua città, a 68 anni. Aveva da poco lasciato la direzione editoriale di Einaudi a Paola Gallo proprio a causa delle sue condizioni di salute. Negli ultimi giorni il repentino peggioramento delle condizioni ha portato al decesso.
Morto Ernesto Franco: il lutto
Il triste lutto di Ernesto Franco è stato dato in queste ore dalla casa editrice Einaudi, che aveva guidato dal ’98. Come ricordato dal Corriere della Sera, l’uomo è stato il direttore più longevo dell’azienda. Da sottolineare come all’uomo si deve l’invenzione di due collane che rilanciano la tradizione einaudiana della saggistica d’intervento: ‘Einaudi Contemporanea’ e le ‘Vele’, che nel 2003 vengono inaugurate da un dialogo tra il cardinal Martini e Gustavo Zagrebelsky. Da non dimenticare come Franco sia stato l’artefice del rilancio degli ‘Struzzi’, una collana-simbolo per Einaudi.
Il saluto di Einaudi
“Un destino straziante e beffardo ha fatto sì che Ernesto Franco se ne sia andato per la stessa malattia che si era portata via, sette anni fa, la moglie Irene, anche lei cara a molti autori einaudiani e a tutti i colleghi della casa editrice”, si legge sul sito di Einaudi in un lungo messaggio dedicato, appunto al compianto uomo.
“Quello di Ernesto è stato un ciclo editoriale lungo e felice”, prosegue ancora la nota prima di ripercorrere alcune delle tappe più importanti dell’uomo nella casa editrice. “[…] Gli anni della sua direzione sono stati anni di grande crescita, e proprio per questo particolarmente delicati. Il suo sapiente equilibrio di timoniere ha permesso alla casa editrice di diventare il secondo marchio editoriale italiano, espandendo l’Einaudi in territori in cui non si era mai avventurata, ma senza mai dimenticare la sua storia e la sua tradizione […]”.
“[…] Il tratto immediato era la sua capacità di stare al gioco e di rilanciare, sia che si trattasse di facezie sia che si trattasse di parlare di Benjamin o di una poesia di Mandel’stam […]”. La nota si è poi conclusa: “[…] Tre libri come Isolario, Vite senza fine e Storie fantastiche di isole vere rappresentano la sua idea di letteratura, a metà tra fantasia e malinconia, capace di sfiorare gli enigmi della vita ma anche di toccare il cuore del lettore. Pensiero e sentimento. Un binomio che ben rappresenta la sua figura intellettuale, quella professionale e quella dell’amico”.