Escalation in Libano: è stato ucciso il comandante di Hezbollah

Escalation in Libano: è stato ucciso il comandante di Hezbollah

L’assassinio dell’alto comandante di Hezbollah da parte di Israele alimenta le tensioni in Medio Oriente: Netanyahu senza freni.

Uno dei leader militari di Hezbollah, Jawwad Tawil, è stato ucciso in un raid israeliano su Kherbet Selem, in Libano. Il comandante della forza d’elite “Radwan”, stava viaggiando all’interno di un’auto nell’area al confine tra i due Paesi quando è stato colpito: parte una raffica di razzi contro Israele.

L’uccisione di Jawwad Tawil

L’uccisione di Jawwad Tawil rappresenta la risposta dell’Israele ad uno “dei più grandi attacchi in tre mesi di combattimenti a bassa intensità” sferrato da Hezbollah il 6 gennaio, contro una base del traffico aereo nel nord del Paese.

La morte di Tawil segue al tragico destino del vice capo di Hamas, Saleh al-Arouri, che è stato ucciso invece la settimana scorsa in un raid israeliano su Beirut. Questi eventi non fanno altro che portare ad un aumento delle tensioni tra Israele e i gruppi militanti in Libano e nella Striscia di Gaza.

Hezbollah risponde duramente

Ma come in un botta e risposta, all’attacco israeliano la forza palestinese ha deciso di rispondere con il lancio di razzi contro il Paese di Netanyahu. Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, ha dichiarato che la pressione militare su Hezbollah sta aumentando e che o sarà efficace “o arriveremo a un’altra guerra.

Usa: “Possibile metastasi della guerra”

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha espresso preoccupazione per l’escalation del conflitto e sta cercando di evitare le “metastasi” della guerra. In una conferenza stampa congiunta con il governo del Qatar, ha affermato che l’uccisione dell’anziano leader di Hamas in Libano “potrebbe influenzare i complicati negoziati per il potenziale rilascio di altri ostaggi detenuti da Hamas a Gaza”.

“Questo è un momento di profonda tensione nella regione. È un conflitto che potrebbe facilmente metastatizzare, causando ancora più insicurezza e sofferenza”, dichiara Blinken, sostenendo che i civili palestinesi devono poter fare ritorno a casa dopo la fine del conflitto e non essere spinti a lasciare la Striscia.