La Cina simula l’accerchiamento di Taiwan con una maxi esercitazione militare. Ecco i dettagli e le implicazioni geopolitiche.
Negli ultimi anni, lo Stretto di Taiwan è tornato al centro delle preoccupazioni internazionali. Il fragile equilibrio tra Pechino e Taipei, reso ancor più instabile dai rapporti con gli Stati Uniti e i loro alleati, ha spesso lasciato intravedere scenari di crisi. L’isola, di fatto autogovernata, rappresenta per la Cina una “provincia ribelle” da riunificare, anche con l’uso della forza, secondo la retorica ufficiale del governo cinese.

Tensione crescente nello Stretto di Taiwan
Taiwan, con i suoi oltre 23 milioni di abitanti, è uno dei nodi geopolitici più delicati del mondo. Mentre la popolazione dell’isola continua a difendere valori democratici e aspirazioni indipendentiste, la Repubblica Popolare Cinese intensifica la pressione con manovre militari, esercitazioni e messaggi politici sempre più espliciti. La tensione è palpabile, e le implicazioni per l’intera area dell’Asia-Pacifico sono potenzialmente esplosive.
Manovre militari e messaggi politici
Nel corso dell’ultima settimana, la Cina ha lanciato una nuova maxi esercitazione militare intorno a Taiwan. L’operazione, definita come un “test operativo integrato”, ha visto il dispiegamento di 71 aerei militari e 21 navi da guerra, tra cui la portaerei Shandong. Il tutto con il dichiarato obiettivo di simulare un accerchiamento totale dell’isola.
Secondo quanto riferito dal Comando del Teatro Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione, si tratta di una manovra volta a testare le capacità di attacco da più direzioni, combinando forze aeree, navali e missilistiche. L’esercitazione ha incluso simulazioni di attacchi a terra, assedi marittimi e intercettazioni aeree. Anche la Guardia Costiera Cinese ha partecipato con pattugliamenti e operazioni di ispezione navale, in nome del “principio di un’unica Cina”.
Il messaggio è chiaro: per Pechino, ogni mossa verso l’indipendenza da parte di Taipei rappresenta una provocazione inaccettabile. A confermarlo, la dichiarazione della portavoce Zhu Fenglian: “L’indipendenza di Taiwan significa guerra”. Un’affermazione che chiude ogni spazio al dialogo e apre a un nuovo capitolo di ostilità nella regione.