Le esercitazioni USA-Filippine rivelano un cambio di strategia militare: gli USA spostano l’attenzione dal fronte europeo al Pacifico.
Negli ultimi anni, l’equilibrio geopolitico globale ha subito un progressivo spostamento verso l’Oceano Pacifico, regione considerata oggi il fulcro delle tensioni tra le grandi potenze. Le manovre diplomatiche e militari si moltiplicano, mentre le alleanze si ridefiniscono in funzione di una sfida ormai sempre più evidente: il contenimento dell’espansione cinese. Gli Stati Uniti, storicamente impegnati a ovest per contrastare l’influenza russa, stanno ridefinendo le proprie priorità.

Un nuovo asse strategico nel Pacifico
A confermarlo, è l’intensificarsi di attività militari USA nella regione indo-pacifica. La scelta di concentrare mezzi e uomini in quest’area non è casuale: con l’ombra di un possibile conflitto su Taiwan e le continue provocazioni navali cinesi, la presenza americana assume una valenza sia difensiva sia dissuasiva.
Le Filippine, nuovo cardine della strategia USA
È in questo contesto che si inseriscono le nuove esercitazioni congiunte USA-Filippine, iniziate lunedì e destinate a protrarsi per tre settimane. Si tratta di un dispiegamento massiccio: circa 5000 soldati americani e altrettanti filippini impegnati in operazioni coordinate che vanno dal pattugliamento marittimo alla simulazione di operazioni anfibie. Le isole filippine, per la loro posizione strategica, diventano così un perno fondamentale nella rete di contenimento della Cina.
Mentre la Cina intensifica la pressione su Taiwan e affina strumenti come dispositivi subacquei per il sabotaggio delle comunicazioni, Washington risponde con una strategia multilivello. Non solo uomini e mezzi: anche armi sofisticate entrano in gioco. È il caso del sistema missilistico Typhon, già sperimentato sull’isola di Luzon, anche se per ora escluso dalle esercitazioni per evitare un’escalation diretta.
Ecco la chiave della strategia USA: prepararsi senza provocare. Le esercitazioni attuali, per quanto imponenti, sono solo un preludio. Dal 21 aprile al 9 maggio si terrà l’esercitazione Balikatan, una delle più grandi mai organizzate nella regione, con oltre 16.000 militari provenienti da Stati Uniti, Filippine, Australia, Giappone e altri Paesi alleati.
La posta in gioco non è solo regionale: è l’equilibrio del mondo.