EssilorLuxottica: il colosso dell’eyewear testa la settimana corta

EssilorLuxottica: il colosso dell’eyewear testa la settimana corta

Pioniere nel mondo di lenti e montature, EssilorLuxottica si conferma all’avanguardia anche nella sostenibilità sociale.

Di storie come quella di EssilorLuxottica non ce ne sono molte: l’avventura di una tra le più grandi imprese (in parte) italiane è un intreccio complesso e virtuoso di competenza, ambizione, lungimiranza, ricerca dell’eccellenza, intelligenza manageriale, espansione e continua innovazione, che trova le sue radici nel migliore passato imprenditoriale europeo e che, pur portandone avanti saperi e valori, guarda fisso al futuro e al progresso, non solo dell’azienda, ma del mondo tutto.

Oltre a occupare il posto di leader globale nei settori dell’eyecare e dell’eyewear, infatti, l’impresa che una volta era di Leonardo Del Vecchio è costantemente impegnata nel lasciare un impatto positivo sulle persone e sulla società, al punto da farne il cuore della sua mission. La recente decisione di Luxottica di proporre ai suoi dipendenti la settimana corta di lavoro può essere compresa, dunque, in questo cammino verso la sostenibilità sociale.

Il rapporto tra azienda e dipendenti: tra azionariato e settimana corta

In EssilorLuxottica sono ben consapevoli che la principale risorsa su cui contare siano le persone, che definiscono infatti come il “cuore” dell’impresa. E non stiamo parlando di piccoli numeri, bensì di 190.000 dipendenti totali, distribuiti nei 50 stabilimenti di produzione, 614 laboratori di prescrizione, montaggio e bordatura, 57 centri di distribuzione e nei circa 17.000 negozi e 200 siti online dedicati alla vendita degli occhiali in tutto il mondo. Per valorizzare al meglio ciascuno di essi, per permettere loro di prendere parte al costante miglioramento comune e per garantire a tutti il benessere (che fa rima con maggiore produttività), già da tempo l’azienda – che nasce dalla fusione di Essilor e Luxottica – promuove iniziative che possiamo definire di “cura” e sostenibilità verso i dipendenti e la società tutta.

In particolare, l’italiana Luxottica ha da poco sottoscritto il nuovo contratto integrativo aziendale insieme ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e alle Rsu, nel quale ha introdotto, come prova, la settimana corta. Ossia, per un totale di 20 settimane all’anno, i lavoratori delle sedi di Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino, Pederobba, Lauriano e Rovereto – circa 20.000 persone – potranno scegliere volontariamente di lavorare solo 4 giorni, da lunedì a giovedì, “perdendo” in cambio 5 permessi retribuiti, ma mantenendo lo stesso salario. Tante altre le novità stabilite: contratti a tempo indeterminato per 1550 dipendenti ora in somministrazione, sostegni ai lavoratori-studenti ampliati, aumenti di 200€ nel premio di risultato e assunzioni di giovani a tempo pieno, da subito.

Il gruppo, peraltro, implementa da diverso tempo programmi di azionariato diffuso, dove cioè i dipendenti possono partecipare finanziariamente all’impresa attraverso l’acquisto di azioni. Si tratta di un modello di impresa assolutamente innovativo, dove il lavoratore viene coinvolto in prima persona nell’azienda, economicamente e strategicamente, sentendosi così parte dell’attività e facendosi promotore dei suoi valori.

La storia di EssilorLuxottica

L’impresa di cui stiamo parlando, d’altronde, si è sempre distinta per le idee innovative e per la sensibilità con cui ha colto tutte le nuove sfide del settore. Come gruppo, EssilorLuxottica è in realtà molto giovane: l’unione tra le due aziende è avvenuta nel 2018, ma le loro rispettive storie sono cominciate molto prima. Essilor è nata nella Francia degli anni ’70, dalla fusione tra ESSEL, fondata addirittura nel 1849 con il nome di “Association Fraternelle des Ouvriers Lunetiers“, e di SILOR, e si è poi sempre più espansa con l’acquisizione di altri marchi. Luxottica è invece un gioiello tutto made in Italy, creato nel 1961 ad Agordo (BL), da quel genio imprenditoriale che è stato Leonardo del Vecchio.

Leonardo Del Vecchio

Proprio all’imprenditore, si deve la trasformazione dell’occhiale da dispositivo medico ad accessorio di moda, come lo consideriamo ancora oggi, grazie alla partnership firmata con il “re” Giorgio Armani negli anni ’80, e grazie alle acquisizioni di amatissimi brand come Ray-Ban, Vogue Eyewear e Oakley, più avanti. Sempre sotto la sua guida, l’azienda capofila nella progettazione, produzione e distribuzione di lenti oftalmiche, montature e occhiali da sole ha messo a punto il suo modello di business unico, capace di integrare tutti i passaggi della catena di valore – dall’ideazione del prodotto alla sua vendita al cliente – oltre ad aver poi ultimato l’unione con Essilor in anni recenti, avendo così modo di mettere insieme esperienze e competenze straordinarie.

Con 12.000 brevetti (tra cui Varilux di Essilor, la lente progressiva più venduta al mondo) e più di 3500 nuovi modelli prodotti ogni anno, il gruppo punta sempre e in modo determinato all’innovazione. I 24,5 miliardi di euro di fatturato (al 2022) sono solo una spinta per poter fare sempre meglio, e raggiungere l’obiettivo principale dell’azienda: aiutare le persone di tutto il mondo – e soprattutto dei Paesi meno agiati – a “vedere meglio e vivere meglio”, concependo la vista come un diritto fondamentale dell’uomo e l’accesso sostenibile a cure e occhiali come qualcosa di essenziale. Per questo, una vera e propria associazione, la OneSight EssilorLuxottica Foundation, si è prefissata con l’ONU l’obiettivo di eliminare i problemi di vista non corretti entro il 2050. E per questo, tutti i dipendenti della grande impresa di cui stiamo parlando, lavorano ogni giorno.