Nonostante l’accordo di pace del 2022, in Etiopia le truppe Amhara continuano la pulizia etnica contro i tigrini.
E’ un rapporto di Human Rights Watch, riportato da Avvenire, a denunciare la persistenza di violenze, soprusi e crimini contro l’umanità nello stato africano dell’Etiopia. Lì, i militari Amhara mettono in atto una vera e propria pulizia etnica dalla regione del Tigrai occidentale, ai danni del gruppo dei tigrini.
La situazione in Etiopia
L’Etiopia arriva da una situazione davvero complessa: nel 2020 infatti aveva avuto inizio il conflitto tra il governo centrale federale di Abiy Ahmed Ali e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè, a causa della volontà di separazione di questi ultimi. Violenza e distruzione avevano portato a più di 800mila morti e milioni di sfollati.
I crimini contro l’umanità nel Tigrai occidentale
Il 2 novembre 2022 era arrivato però l’accordo di pace, firmato a Pretoria, che aveva stabilito il “cessate il fuoco”. Peccato che non avesse stabilito a chi appartenesse la regione del Tigrai occidentale, dove ancora oggi la situazione non ha nulla a che vedere con una tregua.
Come riporta Human Rights Watch, le milizie Amhara sono responsabili di torture, incarcerazioni e deportazioni di migliaia di tigrini. Il luogo degli orrori è, in particolare, il carcere di Bet Hintset, nella città di Humera, dove tantissime persone vengono lasciate morire, solo per la loro appartenenza etnica.
Sono migliaia i tigrini sfollati nelle città vicine alla regione, e si parla di almeno 50.000 rifugiati in Sudan.