Christian Eriksen e i suoi soccorritori sono stati invitati a vedere la finale dell’Europeo 2020 allo stadio Wembley.
Christian Eriksen avrà certamente almeno una volta sognato di poter giocare la finale di Wembley con la Danimarca. Indipendentemente dai risultati ottenuti sul campo dalla propria nazionale, il centrocampista dell’Inter non potrà essere ovviamente in campo a causa di quel malore avuto nel corso del match contro la Finlandia (nella prima giornata del girone eliminatorio) che ha fatto tremare l’intero mondo calcistico. Ora la Uefa ha deciso di invitare ufficialmente Christina Eriksen, insieme ai suoi soccorritori, ad assistere alla finale di domenica 11 luglio allo stadio Wembley di Londra.
Euro 2020: Eriksen convocato per la finale
Oltre a Christian Eriksen e alla moglie, sono stati invitati ad assistere alla finale di Wembley anche i paramedici che l’hanno soccorso. Uno di loro, Peder Ersgaard, ha così commentato l’invito al giornale Fagbladet: “Sono eccitato come un bambino alla vigilia di Natale. Sono fiero del mio lavoro, così come di quello dell’intero team. Non è stato lo sforzo di una sola persona. Ora mi piacerebbe vedere Danimarca-Italia in finale”.
Anche il ct della nazionale danese, Kasper Hjulmand, ha commentato in conferenza stampa la notizia dell’invito che la Uefa ha inviato a Eriksen a prescindere da quali squadre giocheranno la finale: “Questa cosa dell’invito a Eriksen è bellissima, spero che in quel match possa vedere noi in campo”.
Eriksen: nuovi esami nei prossimi giorni
Intanto Christian Eriksen aspetta di scoprire se potrà continuare a giocare a calcio e se potrà farlo nell’Inter: tutto dipenderà dall’esito degli esami a cui si sottoporrà nei prossimi giorni. Ricordiamo che al centrocampista danese è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo.
In Italia non è possibile giocare con apparecchi permanenti, Christian Eriksen potrà quindi ancora vestire la maglia dell’Inter solamente nel caso in cui dovesse ottenere l’ok dei medici per togliere il defibrillatore sottocutaneo. In caso contrario potrebbe comunque proseguire la propria carriera da calciatore all’estero.