Usa, Marco Rubio accusa gli alleati europei di essere militarmente impreparati e annulla l’incontro con Kaja Kallas.
Negli ultimi mesi, la guerra in Ucraina ha messo in evidenza le divergenze tra gli USA di Trump e i loro alleati europei. La questione centrale è il livello di impegno dell’Unione Europea nel sostenere Kiev, sia sul piano militare che economico. Mentre Washington continua a fornire aiuti consistenti, cresce l’aspettativa che l’Europa faccia di più per garantire la sicurezza della regione.
Usa, Rubio: “Gli eserciti europei non sono all’altezza”
Le dichiarazioni di esponenti politici americani lasciano trasparire una certa impazienza nei confronti degli alleati europei, accusati di investire troppo poco nella difesa. Un tema già sollevato in passato, ma che oggi assume un peso maggiore alla luce dei nuovi equilibri geopolitici.
Uno dei segnali più evidenti della frizione tra le due sponde dell’Atlantico arriva dal segretario di Stato americano Marco Rubio, che in un’intervista a Fox News ha espresso un giudizio duro sulle capacità militari degli alleati europei.
Secondo Rubio, “l’unica cosa che mette in pericolo la NATO è il fatto che abbiamo alleati che hanno a malapena un esercito o i cui militari non sono molto capaci perché hanno passato 40 anni senza spendere soldi nella difesa”. Francia e Germania sono tra i Paesi più criticati per non aver ancora raggiunto gli standard di spesa richiesti dall’alleanza atlantica.
Rubio ha poi sottolineato l’importanza di un “deterrente” per l’Ucraina, affermando che gli europei dovrebbero assumere un ruolo più attivo nel garantire la sicurezza di Kiev. “Ciò di cui l’Ucraina ha davvero bisogno è un deterrente. Devono rendere difficile per chiunque attaccarli nuovamente in futuro. Di questo si può discutere e non deve riguardare solo l’America, gli europei possono essere coinvolti”, ha dichiarato il segretario di Stato americano.
Kallas snobbata, Zelensky atteso al summit UE
Le tensioni si sono ulteriormente intensificate quando è emerso che Rubio ha annullato un incontro programmato con Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’UE, adducendo “problemi di programmazione”. Tuttavia, molti analisti vedono in questa decisione un chiaro segnale politico: un’ulteriore dimostrazione della linea dura dell’amministrazione americana nei confronti dell’Europa.
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato invitato al summit straordinario dell’UE del 6 marzo, dove i leader europei discuteranno il futuro della difesa comune e il sostegno all’Ucraina. Il vertice potrebbe rappresentare un punto di svolta per il coinvolgimento europeo nel conflitto, soprattutto alla luce delle crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti.
Se da un lato Washington chiede un maggiore impegno europeo, dall’altro l’UE sembra ancora divisa sulle strategie da adottare. Il summit di Bruxelles potrebbe quindi chiarire il livello di coinvolgimento dell’Europa nel conflitto e il suo ruolo nella sicurezza futura della regione.
