La politica italiana oscilla tra il successo nelle urne e la lotta all’evasione fiscale, con l’introduzione del redditometro e il rischio di un Grande Fratello fiscale.
Europeometro, una gran brutta parola, di totale nostra invenzione. Comunque vada, l’importante è rendere l’idea di quello che sta succedendo nel dibattito pubblico italiano.
In sostanza ogni cosa, anche la cosa pubblica, passa in secondo piano rispetto al successo nelle urne, al non voler disturbare i potenziali elettori di ognuno. Che poi sono immaginari, appesi a sondaggi ormai ossessivi e sempre in bilico, in procinto perenne di passare al grande movimento degli astenuti.
Ma stiamo alla cosa pubblica: la reintroduzione di uno strumento ben noto dome il redditometro, anche se rivisto, dovrebbe servire allo Stato per colpire gli evasori fiscali , che tutti insieme fanno un bel danno, circa 100 miliardi sottratti all’erario che potrebbero servire a migliorare la nostra sanità e la nostra istruzione ad esempio.
L’idea è venuta non a un peones qualunque , ma al vice ministro dell’Economia Leo, che è anche l’uomo che ha la delega per la complicata riforma delle tasse. Che in Italia sono alte ma che non pagano proprio tutti. Non è solo un problema di casse, che tra patti di stabilità, tassi di interesse alle stelle, debito mostruoso e superbonus sono tristemente vuote. E’ anche un problema etico, di giustizia e di equità sociale.
Comunque, la norma finisce in Gazzetta, gli alleati lo scoprono e fanno ostruzione gridando al Grande fratello che spia i beni degli italiani. La premier Meloni vista la mal parata sospende tutto e chiede accertamenti. Il povero Leo finisce delegittimato , almeno in apparenza. Secondo me dopo il voto ci ritornerà su, non può aver fatto tutto da solo.
E allora Forza Italia e Lega poco potranno, anche perché il primo a piangere cassa è il titolare dell’economia, Giorgetti, oltretutto leghista. Ma adesso ci sono le Europee e ogni pretesa vale, almeno chissà, un povero voto.