Eva Kaili, accusata di corruzione e riciclaggio di denaro, vive in condizioni gravi che non le permettono di vedere la figlia.
Una nuova serie di udienze oggi al Palais de Justice di Bruxelles, per gli indagati sullo scandalo del Qatargate. Tra questi ci saranno sia l’eurodeputato Marc Tarabella (arrestato sabato scorso con l’accusa di essere stato la mente organizzatrice) e Antonio Panzeri (che ha firmato un accordo con le autorità belghe), sia l’ex europarlamentare Eva Kaili, nel carcere di Haren da dicembre scorso.
Le condizioni di tortura
A destare ancora proccupazione, è proprio il caso di Eva Kaili che, già a gennaio veniva difesa contestando le sue condizioni di “tortura” in cui si trovava. Secondo quanto accusato dai suoi legali, le è stata negata una seconda coperta e dei vestiti puliti, e la luce è sempre stata accesa per non permetterle di dormire. Inoltre, ha avuto le mestruazioni e non le è stato consentito di lavarsi.
Alla luce di ciò, l’avvocato belga Sven Mary sta spingendo per il rilascio immediato di Eva Kaili, sostenendo che non le viene permesso di vedere sua figlia piccola. In quasi tre mesi, infatti, le è stato permesso di vederla solo due volte. A denunciare queste condizioni sono anche gli eurodeputati del gruppo S&D.
Il 9 dicembre scorso, oltre all’ex europarlamentare, è stato arrestato anche il suo compagno Francesco Giorgi, costringendo a lasciare la piccola in custodia dei nonni. Alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è stata inviata una lettera in cui viene denunciato “l’atto violento che pagherà la bambina e che ha tutto il sapore di una pena aggiuntiva, da riscuotere prima ancora della celebrazione del processo”.