Evergrande, lo spettro del fallimento e gli effetti sui mercati. Pechino guarda ma potrebbe non intervenire.
La crisi di Evergrande e il rischio che il colosso cinese possa trasformarsi nella nuova Lehman Brothers spaventa i mercati con effetti difficili da immaginare.
Evergrande in crisi: l’ombra del fallimento sul colosso
Evergrande è il colosso immobiliare cinese che è arrivato ad un passo dal fallimento a causa dei debiti. Il numero uno della società ha assicurato che il colosso supererà quello che a tutti gli effetti è il momento più difficile della sua storia.
Ma le notizie che rimbalzano sui giornali del settore sono poco confortanti. Secondo quanto riferito dal Financial Times Evergrande avrebbe utilizzato miliardi raccolti attraverso la vendita di prodotti finanziari agli investitori per coprire gli investimenti principali. E ovviamente i piccoli investitori temono di aver perso i propri soldi. Numeri alla mano, secondo gli ultimi dati la compagnia avrebbe debiti per più di 260 miliardi di euro.
La mossa anti-default
La società ha messo in campo una strategia anti default comunicando il pagamento di interessi obbligazionari per 36 milioni di dollari circa ci coupon onshore con data di scadenza fissata al 23 settembre. La mossa tranquillizza i mercati che nella giornata del 22 settembre non risentono in maniera significativa della crisi del colosso cinese.
Crisi Evergrande, fallisce la trattativa per la cessione della divisione dei servizi immobiliari
Nel mese di ottobre la situazione è tornata a farsi quantomeno preoccupante alla luce del fallimento della trattativa per la cessione del 50,1% della divisione dei servizi immobiliari. La trattativa era stata avviata dalla società per risolvere il problema della liquidità. Secondo gli esperti l’operazione avrebbe avuto un valore da circa 2 miliardi e mezzo di dollari.
Il ruolo del governo cinese
Molti guardano con fiducia al governo cinese, che potrebbe muoversi per salvare il colosso. Ma realisticamente, ammettono gli esperti, il governo non dovrebbe muoversi per salvare il gigante in agonia. Il governo potrebbe valutare un intervento solo nel caso in cui la crisi portasse ad un effetto contagio. Una mossa per mettere al sicuro il Pil del Paese che non è nel suo miglior momento. Il governo cinese potrebbe accompagnare la società in un percorso che possa ridurre al minimo gli effetti sistemici legati all’economia cinese limitando gli effetti in termini di implicazioni soprattutto per i privati esposti e per il sistema bancario.
È del 22 settembre la notizia dell’iniezione di circa 18 miliardi di dollari da parte della Banca centrale cinese nel sistema bancario. Una mossa che arriva anche in un momento in cui in Cina storicamente si registra un aumento della domanda di liquidità per far fronte alle scadenze trimestrali e alle festività del mese di ottobre.
Gli effetti sui mercati
La crisi del colosso ha fatto sentire sentire i suoi effetti sui mercati. Gli investitori tentennano e di fatto hanno dato vita ad un effetto domino con ripercussioni in tutto il mondo finanziario. E questo non sorprende. Parliamo di una realtà che dà lavoro a 200.000 persone circa. Inoltre intorno alla società ruotano migliaia di aziende e compagnie.
La crisi di Evergrande e i rischi per il mondo
La crisi di Evergrande, che mina la fiducia degli investitori, potrebbe non avere effetti rilevanti sul resto del panorama finanziario. Quindi potrebbe non rappresentare un nuovo caso Lehman, come ipotizzato da qualcuno. Discorso diverso invece se si analizza l’impatto della crisi sull’economia cinese.
Una delle ipotesi è che finanziariamente la crisi del colosso, in caso di default, non avrà effetti particolarmente severi sul panorama finanziario internazionale.
Il caso Lehman era legato al fatto che una serie di strumenti tossici erano stati inseriti su vasta scala. La crisi Evergrande dovrebbe avere effetti locali in Cina. È evidente che un effetto sul sistema finanziario cinese potrebbe avere effetti anche sul panorama internazionale.