Ex Ilva: annunciato sciopero di 32 ore

Ex Ilva: annunciato sciopero di 32 ore

A gennaio l’ex Ilva sciopererà per 32 ore contro l’ultimo decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri.

Le segreterie territoriali di Fiom, Uilm e Usb di Taranto, insieme alle Rappresentanze sindacali unitarie di Acciaierie d’Italia, hanno confermato la mobilitazione a Roma dell’11 gennaio con gli enti locali e hanno annunciato uno sciopero di 32 ore dalle ore 23 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio. Lo sciopero dell’ex Ilva protesta contro l’ultimo decreto approvato ieri in serata dal Consiglio dei ministri relativo alle “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale”.

Il governo Meloni ha deciso di sostenere l’ex Ilva con 680 milioni per salvare Acciaierie d’Italia convertibile in aumento di capitale con una salita di Invitalia fino al 60%. Ritorno dello scudo penale per gli stabilimenti di interesse strategico nazionale, fra queste rientra l’ex Ilva, norme processuali penali per assicurare la continuità produttiva intervenendo sulla disciplina dei sequestri e su quella in materia di responsabilità penale per tutti gli stabilimenti di interesse nazionale.

Ilva Scudo Penale

La rabbia dei sindacati

“Il Governo Meloni si disinteressa completamente delle richieste di un intero territorio, dei lavoratori, dei cittadini, delle scriventi organizzazioni sindacali, del presidente della Regione Puglia, del presidente della Provincia e dei sindaci dei comuni dell’area ionica, cedendo ai ricatti di un operatore privato che si permette quotidianamente di prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità, compiendo solo sgradevoli bluff e azioni incostituzionali” hanno detto i sindacati. Questa protesta si riferisce all’incontro ieri a Taranto tra sindacati e enti locali che hanno chiesto al governo di non erogare prestiti pubblici in nessuna forma a Arcelor Mittal senza un riequilibrio della governance.

L’accordo prevede il rilancio del sito di Taranto e garanzie occupazionali fissando dei target di produzione superiori a quelli conseguiti da Acciaierie d’Italia nell’ultimo biennio. Il nuovo accordo prevede, inoltre, la riconversione industriale per impianto green e risanamento ambientale con il completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nei tempi previsti e investimenti legati allo sviluppo industriale e al Polo di Taranto, come l’attivazione dei campi eolici “floating”.