Ex Ilva, a rischio le ditte dell’indotto. Confidustria al governo: “Rimettere subito lo scudo penale e aprire un confronto”.
ROMA – Ex Ilva, a rischio le ditte dell’indotto. Secondo quanto ipotizzato dai sindacati, tutte le aziende potrebbero decidere di ritirare i propri operai in caso di mancato pagamento delle fatture ancora non saldate oppure dell’assenza di garanzie in tal senso.
E domani rischia di essere un’altra giornata infernale per quanto riguarda la sede di Taranto. Gli autotrasportatori, infatti, potrebbero decidere di bloccare le portinerie di ingresso ed uscita merci dello stabilimento se non saranno saldate le fatture non pagate da agosto. La decisione definitiva sarà presa al termine della riunione che è attualmente in corso con i lavoratori e i dirigenti delle rispettive aziende.
Confindustria si appella al Governo: “Rimettere lo scudo fiscale”
Confindustria chiede un passo indietro da parte del governo. A margine di un evento a Bologna, Vincenzo Boccia si è appellato alla maggioranza per cercare di risolvere questo problema: “Se non viene rimesso lo scudo pensale chiunque non va a firmare nulla, perché se per investire nel Paese deve essere arrestato…“.
“Si rimetta lo scudo penale – ribadisce il numero uno di Confindustria – si apra un confronto serrato con l’azienda per cercare di salvaguardare sia l’azienda che l’occupazione“.
La replica di Di Maio: “ArcelorMittal ritorni al tavolo”
Non si è fatta attendere la replica di Di Maio che ha chiesto all’azienda franco-indiana di ritornare al tavolo: “Noi speriamo che ci possa essere un incontro a Palazzo Chigi. Tutte le scelte che verranno fatte su Ilva derivano dalla ripresa del dialogo della multinazionale che ha voglia di andarsene“.
Al momento, però, non sembrano esserci incontri in programma. Da domani (lunedì 18 novembre 2019 n.d.r.) si apre una settimana cruciale per il futuro dello stabilimento siderurgico. Previsto un Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.
fonte foto copertina https://twitter.com/Ettore_Rosato