Ex Ilva, indagini sulla gestione dell’impianto nell’epoca di ArcelorMittal. E se la società avesse pianificato il fallimento dell’impianto?
E se ArcelorMittal avesse pianificato da tempo la crisi dello stabilimento dell’ex Ilva? Da quando ha capito di non poter tenere fede agli impegni presi, o forse da quando ha capito che la politica avrebbe servito un pretesto d’oro rimuovendo lo scudo penale. A dare una risposta ai tanti dubbi ci penserà la Guardia di Finanza, che ha fatto la sua prima mossa con le perquisizioni negli uffici di Mittal a Taranto e Milano.
Ex Ilva, le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici di ArcelorMittal
Le Fiamme Gialle si sono recate nelle sedi di Taranto e Milano perquisendo gli uffici amministrativi e la sede legale di ArcelorMittal. L’ipotesi, doverosa alla luce delle tante anomalie, è che Mittal possa aver pianificato e messo in atto una strategia per acquistare e poi far fallire l’impianto dell’ex Ilva.

Le ipotesi di reato
Le ipotesi di reato sarebbero quelle di aggiotaggio informativo e violazione della legge fallimentare. È bene specificare però come in questo momento ci si muova nel campo delle ipotesi e come ArcelorMittal, al momento estranea ad ogni accusa, abbia collaborato con le autorità fornendo tutti i documenti.
Le ipotesi sembrano trovare conferme, o almeno terreno fertile, nelle foto pubblicate sulla rete dove vengono mostrati i magazzini vuoti. Al momento dell’acquisizione il magazzino aveva un valore stimato di cinquecento milioni di euro che sarebbe stato svuotato e mai riempito.

Il Tribunale di Milano, “ArcelorMittal non interrompa la produzione”
Intanto il Tribunale di Milano ha stoppato il piano di abbandono di Mittal che aveva già programmato lo spegnimento degli altiforni. Si tratta di una procedura che avrebbe messo in ginocchio l’impianto con serie ripercussioni per l’economia italiana.