Nel 2024 l’export del vino italiano raggiunge 3,9 miliardi di euro, ma il calo dei volumi nei mercati internazionali.
Il vino italiano continua a essere una delle eccellenze del “Made in Italy”, con l’export che ha generato 3,9 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2024. In termini di valore, c’è stato un incremento del 3,2%, ma questo dato non deve trarre in inganno. Se da un lato le casse dello Stato vedono entrare più denaro, dall’altro i volumi esportati sono cresciuti solo del 2,4%, un ritmo inferiore rispetto alle aspettative degli operatori.
Il valore cresce, ma i volumi calano per il vino
Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Uiv-Ismea e Istat, il mercato del vino italiano ha mostrato segnali contrastanti. Se il primo quadrimestre dell’anno ha fatto ben sperare con una crescita costante, il mese di maggio ha evidenziato un rallentamento. Le esportazioni, che nel 2023 mostravano incrementi di circa il 6-7%, hanno visto dimezzarsi i tassi di crescita. Questo ha destato preoccupazione tra i produttori e gli esportatori, che si interrogano sulla sostenibilità di questo trend per il resto dell’anno.
Mercati internazionali in difficoltà
Analizzando i singoli mercati, emerge chiaramente che il vino italiano sta perdendo terreno in molti dei principali Paesi importatori. Mentre gli Stati Uniti (+2%) e il Regno Unito (+2,3%) mostrano una lieve crescita, altri mercati chiave stanno subendo flessioni significative. La Germania, uno dei più grandi acquirenti di vino italiano, ha registrato un calo dell’1,2%, mentre in Svizzera le vendite sono diminuite del 3,8% e in Canada dell’1,4%. Ma il dato più preoccupante arriva dalla Francia, che ha visto un crollo del 10,8%, un segno allarmante per un Paese che è sia un competitor diretto che un grande consumatore di vino.
Gli analisti indicano che la crescita esplosiva dei mercati emergenti come la Federazione Russa e il Giappone, che nei mesi scorsi avevano sostenuto gran parte dell’incremento, non era sostenibile a lungo termine. Per i restanti mesi del 2024, le previsioni rimangono prudenti, con molti esperti che temono ulteriori contrazioni nei volumi.